Qatargate, il giudice Claise lascia l’inchiesta

(Adnkronos) – Michel Claise, giudice istruttore a Bruxelles che dirige l’inchiesta denominata Qatargate, “ha deciso questa sera di ritirarsi dal dossier” come “misura di precauzione, per permettere alla giustizia di proseguire il suo lavoro serenamente”. Lo scrive il quotidiano belga Le Soir. La direzione dell’inchiesta verrà affidata a “un altro giudice istruttore”.  

Secondo Le Soir e altri media belgi con Dhnet.be e La Libre, che riportano un comunicato della Procura Federale di questa sera, “nel dossier riguardante sospetti di corruzione in seno al Parlamento Europeo sono emersi recentemente degli elementi” che “potrebbero suscitare degli interrogativi sul funzionamento oggettivo dell’inchiesta”. “Come misura di precauzione, per permettere alla giustizia di lavorare serenamente e mantenere una necessaria separazione tra la vita privata e familiare e le responsabilità professionali, il giudice ci informa di avere deciso questa sera di ritirarsi dal dossier. Questo malgrado l’assenza di elementi effettivi che possano mettere in dubbio la probità di ciascuno e il lavoro conseguente che gli investigatori e lui stesso hanno compiuto in questa inchiesta”. 

Sarebbe stato un potenziale conflitto di interessi a portare il giudice istruttore Michel Claise a lasciare le indagini sul Qatargate. A quanto riporta LeSoir, infatti, il figlio del magistrato e quello dell’eurodeputata Marie Arena, non indagata ma il cui nome è citato nel fascicolo del caso, avrebbero creato insieme una società nel 2018. A denunciarlo sarebbe stato l’avvocato di Marc Tarabella, Maxim Töller, e la rivelazione avrebbe indotto Claise a lasciare la gestione del caso. 

In particolare, a quanto riporta la testata belga, il figlio maggiore di Claise, Nicolas, e il figlio di Marie Arena, Ugo, nel 2018 avrebbero “co-fondato in quote paritetiche con altri cinque investitori” una società specializzata nella vendita di cannabis legale.  

La direzione dell’inchiesta passerà, dunque, a un altro giudice istruttore, che “è già intervenuto nel dossier a più riprese in precedenza”, conclude la nota.