(Adnkronos) – Una finale pazzesca. Questa sì, una delle più belle di sempre. I Mondiali in Qatar si chiudono con la vittoria dell’Argentina su una grandissima Francia, con Lionel Messi nella storia e Kylian Mbappé che entra di diritto fra i grandissimi del calcio. A Doha vince il calcio, quello che in campo riesce a far vivere le emozioni infinite di Argentina-Francia.
Resteranno nella memoria di tutti la cronaca dei 120 minuti più i rigori, i continui capovolgimenti, la vittoria già in tasca all’Argentina e la resistenza estrema della Francia, le prodezze del numero 10 in maglia bianca e azzurra, e quelle del numero 10 in maglia blu, a renderla fino in fondo un omaggio alla bellezza di uno sport che sopravvive sempre, anche ai suoi stessi errori.
Non sono stati i Mondiali più belli di sempre, come si ostina a sostenere il presidente della Fifa Gianni Infantino, perché non potevano esserlo. I compromessi fatti con le autorità del Qatar, le ipocrisie delle scelte compiute, i troppi morti lasciati alle spalle e i diritti umani messi in secondo piano rispetto alla legge del più forte, e del più ricco, restano una macchia di questi Mondiali e di chi li ha voluti e organizzati, la Fifa.
Il calcio non può e non deve venire prima del resto. Ma il calcio, e oggi è stato ancora una volta così, si dimostra migliore di chi lo governa. Quello che il campo può regalare, quello che Argentina e Francia hanno regalato a chi ama il calcio, meritano una Fifa capace di prendere decisioni che non costringano il calcio a difendere il suo spazio, a dover elemosinare le condizioni minime necessarie per giocare un evento globale in un contesto che rispetti regole e comportamenti globalmente condivisi. Nel rispetto di tutte le culture e di ogni diversità ma senza ambiguità e omissioni. Altrimenti, come successo in Qatar, il calcio vince non grazie alla Fifa ma nonostante la Fifa. (di Fabio Insenga)