(Adnkronos) – “La mia telecronaca piace ed esplode sui social? Sono onorato. Non sapevo come si facesse, non ho una preparazione in tal senso e quando la Rai mi ha chiesto, con mio grande orgoglio, di fare il Mondiale, la mia prima risposta è stata ‘non sono in grado’. Faccio tutto in modo spontaneo, sono semplicemente innamorato di questo sport”. Andrea Stramaccioni, in un’intervista esclusiva con l’Adnkronos, racconta l’esperienza come telecronista dei Mondiali di Calcio in Qatar, dove sta spopolando sui social e nel gradimento del pubblico per le sue esternazioni poco convenzionali e il suo entusiasmo fuori dall’etichetta.
“Come faccio? Sinceramente non ne ho idea, non ho nessun tipo di preparazione. Onestamente pensavo che volessero un coinvolgimento in studio, quando mi hanno detto che intendevano 90 minuti di telecronaca sono rimasto di stucco”, dice Stramaccioni. Che con la schiettezza romanesca che lo contraddistingue, aggiunge: “A volte mi lascio trasportare, io vedo la partita e la racconto cercando di trasmettere quello che vedo. Penso che questo sia il bello dello sport, cercare di proiettare e trasmettere al tifoso quello che sento io sul campo. Mi diverto io e voglio che si divertano anche loro”.
Parlando della partita Argentina – Arabia Saudita, conclusasi con la clamorosa vittoria del team arabo e nella quale i suoi commenti entusiastici ed emozionati hanno fatto impazzire il web, Stramaccioni racconta: “Io ero nella traiettoria in cui vedevo principi sauditi, persone potenti e imperturbabili, davanti a me che saltavano come dei pazzi. Questo è il calcio, quei 90 minuti in cui ti dimentichi chi sei e si diventa tutti uguali, non esistono più i problemi, il 740, si tifa e ci si esalta. Se non ti esalti in quei dieci minuti non è giusto che racconti quella partita, io la penso così”.
Alla notizia che il decano dei telecronisti Pizzul, in un’intervista all’Adnkronos, ha espresso dei commenti positivi sul suo esordio ai microfoni del Mondiale, risponde sorpreso: “Pizzul mi ha promosso? Questo mi emoziona immensamente, lui non è un telecronista, è una leggenda, se davvero gli sono piaciuto mi riempie d’orgoglio”.
La cosa più difficile da trasmettere a chi sta in Italia, spiega Stramaccioni, “è che qui ci sono 32 squadre in una città molto più piccola della mia Roma. Questa cosa a me colpisce tantissimo, 32 centri di allenamento, decine e decine di campi, organizzazione pazzesca. E poi 32 tifoserie, 32 rappresentanti di culture, religioni, messi insieme nello spirito del Mondiale. E’ una cosa unica, lo dico prima di tutto da tifoso”.
Calcisticamente, dice il tecnico, “è un Mondiale che mi piace tantissimo perché conferma che il gap che ci poteva essere vent’anni fa non c’è più. Giusto per fare un esempio, il giocatore georgiano del Napoli, Kvara, (Khvicha Kvaratskhelia, ndr), oppure il coreano Kim, sempre del Napoli, anni fa sarebbe stato impensabile che giocassero a questi livelli, in serie A. Il calcio è cambiato, e se non sei concentrato e se non giochi al 100% rischi di farti battere da Nazionali molto più talentuose. Io sono un sostenitore delle squadre sudamericane, ma quello che è successo con l’Arabia Saudita è incredibile”.