Dunque ‘qualcosa’ ha sortito il colloquio telefonico fra il presidente del Consiglio Europeo, Michel, ed il presidente russo Putin.
Fra i numerosi argomenti che i due avrebbero affrontato nel corso della lunga chiamata – che riportiamo in un altro articolo – su tutti la richiesta di una tregua in occasione della Pasqua ortodossa. Una richiesta, c’è da sottolineare, precedente espressa da Kiev e che Putin aveva rifiutato.
Dunque, sulle prime il presidente russo aveva spiegato a Michel che era molto irritato perché – contrariamente a quanto detto – è Kiev ad impedire l’evacuazione dei soldati e dei civili, asserragliati all’interno delle acciaierie di Azovstal.
Tuttavia, mostrando evidentemente ‘considerazione’ per la richiesta europea, poco fa il Cremlino ha fatto sapere che le truppe russe “in qualsiasi momento” si dichiarano pronte ad osservare una tregua su “tutto o una parte” dell’acciaieria, così da consentire la resa dei militari di Kiev, e l’evacuazione dei civili.
Come ha tenuto a sottolineare il ministero della Difesa russo in un comunicato, ”Il punto di partenza di questa tregua umanitaria sarà l’innalzamento da parte delle formazioni armate ucraine di bandiere bianche su tutto o parte del sito di Azovstal”. Tuto sommato una richiesta ‘lecita’, specialmente se espressa in un contesto diplomatico ormai pubblico.
Quindi il Cremlino ha anche tenuto a rimarcare (cosa vera), che “E’ stato notato che dopo la liberazione di Mariupol, per motivi umanitari, è stato dato l’ordine di annullare l’assalto alla zona industriale dello stabilimento Azovstal”. Inoltre, spiega ancora l nota russa, “Allo stesso tempo, a tutti i militari delle Forze armate ucraine, ai militanti dei battaglioni nazionali e ai mercenari stranieri è stata garantita l’incolumità, un trattamento dignitoso in conformità con il diritto internazionale e la fornitura di cure mediche qualificate. Ma il regime di Kiev non consente di sfruttare questa opportunità”. Insomma, seppure tutto ciò non significa la fine del conflitto, è almeno un evidente segnale da parte di Putin di non essere poi così determinato a distruggere tutto in barba all’unanime condanna espressa dall’Occidente.
Ora la palla torna nuovamente a Zelensky: anche lui deve a sua volta mostrare un minimo di ‘ragionevolezza’. Non si può infatti continuare ad esortare militari e civili affinché divengano carne da macello. E’ vero che la diplomazia occidentale – complice Biden che continua a riversare fiumi di benzina sul fuoco – sta fallendo miseramente ma, per quanto paradossale (vista le orribili e deprecabili modalità adorate da Mosca), anche il presidente ucraino dovrebbe ‘obtorto collo’ accettare una richiesta figlia dell’orgoglio di Putin: esporre una bandiera bianca fuori delle acciaierie…
Max