Intervenendo nell’ambito di una conferenza stampa, il presidente russo Vladimir Putin ha colto l’occasione per denunciare che “c’è una ‘pressione aggressiva esterna che viene “esercitata nei confronti della Russia”. Attualmente, ha tenuto a rimarcare, ”quasi tutti gli arsenali sono puntati contro di noi”. Sul nostro paese, ha continuato, persiste una grande pressione che pesa ”su tutta la nostra società”. Dunque, ha poi avvertito, è evidente ”una potente propaganda anti-russa, ma ‘più grande è la calunnia contro di noi e più forti diventeremo”.
Quindi, presenziando poi alla riunione del Consiglio per le relazioni interetniche, i media hanno riferito che, ‘rinfrescando la memoria’ a tutto l’Occidente – che oggi ‘finge di aver dimenticato’ – il numero uno del Cremlino ha affermato che non dimenticherà mai “il colpo di stato del 2014 a Kiev, fonte del governo al potere oggi. Il regime ha preso il potere a Kiev a seguito di un colpo di stato armato nel 2014 – ha riassunto – Ci sono state le elezioni in seguito, lo sappiamo ma la principale fonte di potere a Kiev è il colpo di stato. Non possiamo dimenticalo e non lo dimenticherò“.
Quindi, al di la degli storici fatti del Donbass, aggrappandosi ad un concetto ‘nazionalista, il presidente russo ha affermato che “I popoli della Russia sono diversi e ognuno ha la sua piccola patria, ma esiste anche un’unica Patria: la Russia con la sua diversa cultura e la grande lingua russa, che svolge una funzione unica come lingua di comunicazione interetnica”.
E secondo Putin, “È importante che ci sia una base con gli stessi valori e fondamenti per tutti. Siamo diversi, ovviamente, siamo persone diverse, e ognuno di noi ha la propria, piccola patria, ma un’unica, potente, enorme Patria, dietro la quale ci sentiamo come dietro un muro di pietra. E’ la Russia – ha infine voluto ricordare – con la sua grande e diversificata cultura, grande storia e diversità linguistica, e la grande lingua russa, che nell’articolo 68 della Costituzione della Federazione Russa è sancita come lingua di stato e svolge una funzione unica di lingua di comunicazione interetnica“.
Max