Nel pieno di una crisi internazionale, dove ogni minimo alito di vento viene visto con circospezione, occorreva una giustificazione ‘plausibile’ (anche se ovviamente poco convincente). Così, affermando che in realtà si trattava di uno dei test già precedentemente programmati, oggi la Russia ha lanciato un potentissimo missile intercontinentale (che può trasportare testate nucleari), il Sarmat, in grado di colpire facilmente Europa e Stati Uniti. Il test ha avuto luogo cosmodromo di Plesetsk, nella regione di Arkhangelsk.
Dopo il lancio, davanti ai ‘pronti’ taccuini dell’agenzie di stampa Tass, congratulandosi con i vertici militari, sibillino il presidente Putin ha affermato che il Sarmat “farà riflettere chi cerca di minacciare la Russia”.
Poi più tardi, dopo la ‘dimostrazione’ di potenza, intervistato dal sito d’informazione ‘Russia Today’, Putin è nuovamente tornato ad illustrare – quasi giustificandosi – i motivi che hanno indotto la Russia ad intervenire in Ucraina: “La tragedia che stava avvenendo nel Donbass, incluso nella Repubblica popolare di Luhansk, ha costretto, semplicemente costretto la Russia a iniziare questa operazione militare che oggi tutti conoscono molto bene“.
Tuttavia, lanciando un segnale ‘chiaro e preciso’ all’Occidente, il capo del Cremlino ha tenuto ad ‘assicurare’ che presto tornerà la vita nella regione dell’Ucraina orientale “gradualmente alla normalità”, e che la situazione “cambierà in meglio”.
Infine, Putin ha commentato le dure sanzioni impostegli, definendole “contrarie ai principi dell’Organizzazione mondiale del commercio”. Inoltre, ha aggiunto, anche qui lasciando intendere che probabilmente sposterà altrove il commercio del gas, ha concluso spiegando che “Non c’è motivo di credere che il comportamento dei Paesi stranieri in merito alle sanzioni contro la Federazione Russa cambierà radicalmente’’.
Max