“La tattica della guerra lampo economica su cui i Paesi occidentali “contavano, non ha funzionato: questo è già evidente a tutti e anche a loro“. Poco fa, intervistato dall’agenzia di stampa ‘Sputnik’, ‘girando la frittata’ (come vedremo, la sua di ‘guerra lampo’ si è tradotta in un fallimento), il presidente russo è tornato a rimarcare a suo avviso l’inefficacia delle sanzioni nei confronti di Moscaa.
Secondo Putin infatti, con tempestività il suo paese è riuscito a neutralizzare gli effetti delle sanzioni dei paesi occidentali, facendo così fallire “la guerra lampo economica scatenata dall’Occidente”, riuscendo “prontamente a implementare misure di protezione efficaci e a lanciare meccanismi per supportare le industrie chiave così come le piccole e medie imprese“.
Intanto però, stando a quanto riferiscono oggi gli esperti osservatori dell’intelligence del ministero della Difesa di Londra, “Davanti alle avanzate ucraine, la Russia ha probabilmente ordinato il ritiro delle proprie truppe dall’intera area occupata della regione di Kharkiv, a ovest del fiume Oskil, un settore in cui restano sacche isolate di resistenza, ma da mercoledì l’Ucraina ha riconquistato un territorio pari ad almeno due volte l’area di Greater London“.
Insomma, altro che ‘guerra lampo’: a circa 7 mesi dall’invasione dell’Ucraina, le truppe russe stanno ancora duramente faticando per “far arrivare riserve sufficienti attraverso il fiume Dnipro fino alla linea del fronte“. Ma non solo, riferiscono gli 007 britannici, “resta incompleto il ponte galleggiante che la Russia ha iniziato a costruire due settimane fa, mentre l’artiglieria a lungo raggio ucraina sta ora probabilmente colpendo gli attraversamenti del Dnipro così di frequente che la Russia non può riparare i ponti danneggiati“.
Dunque, conclude il bollettino dell’Intelligence, “i rapidi successi ucraini hanno implicazioni significative per il disegno operativo complessivo della Russia, ed è molto probabile che la maggior parte delle forze in Ucraina sia costretta a dare priorità ad azioni di difesa di emergenza, mentre la fiducia già limitata delle truppe sul campo nei vertici militari russi, rischia un ulteriore calo”.
Max