Come spesso capita, specie poi in questi momenti di ‘guerra’, dalle agenzie di stampa estere giungono notizie e dichiarazioni che, non potendo essere confutate, o capire se ‘estrapolate’ nell’ambito di un intervento molto più articolato, siamo costretti a prendere per buone.
Ed oggi giungono da Mosca alcune affermazioni del presidente Putin il quale, ovviamente a caccia di consensi nel suo paese, spinge sul pedale del gas predicendo disgrazie e sfaceli per l’occidente.
Il presidente russo è infatti tornato ad accusare i paesi occidentali i quali, in virtù delle sanzioni imposte nei suoi confronti, sono rei di condurre “Politiche che minano le fondamenta del sistema economico globale”. Ma non solo, a detta di Putin, che assicura la ‘conferma’ dei media, attualmente “l’inflazione in Russia è in calo, mentre è in aumento nei paesi occidentali“.
Dunque, rimarca lo ‘Zar’, le sanzioni altro non sono che “una minaccia per il mondo intero” che, superata l’emergenza pandemica, ora si trova a dover affrontare un’altra crisi: “Mi riferisco all’entusiasmo per le sanzioni in Occidente e ai suoi tentativi aggressivi di costringere altri Paesi verso il suo modello di comportamento, di derubarli della loro sovranità e imporre loro la sua volontà“.
Tuttavia, aggiunge, “La Russia sta resistendo bene alle aggressioni economica, finanziaria e tecnologica dell’Occidente, mentre i Paesi occidentali stanno soffrendo più di Mosca a causa delle sanzioni”.
Quanto poi all’invasione dell’Ucraina, afferma Putin, “Posso affermare che il vantaggio principale è stato il rafforzamento della nostra sovranità e questo è un risultato evidente. Non abbiamo perso nulla e non perderemo nulla“, in quella che continua a definire come “un’operazione militare speciale“.
Ma dell’intervento del presidente russo ciò che realmente sorprende è una novità assoluta: a quanto sembra infatti, dopo aver in qualche modo destabilizzato le economie con il gas, ora Putin starebbe pensando di fare altrettanto con l’export del grano. Ad avvalorare questa ipotesi, il fatto che lo stesso Putin ha rivelato di voler incontrare il suo omonimo turco, Erdogan, con il quale ragionare sulla limitazione dell’esportazione di grano e cibo all’Europa, in quanto, avrebbe affermato, “non viene inviato ai paesi più poveri che ne hanno bisogno“.
Intervenendo poi alla sessione plenaria del Wef (Eastern Economic Forum), il numero uno di Mosca ha detto che “Abbiamo fatto di tutto per garantire che il grano ucraino venisse esportato. Lo abbiamo fatto insieme alla Turchia. Se escludiamo la Turchia come paese intermediario, quasi tutto il grano esportato dall’Ucraina non viene inviato ai paesi in via di sviluppo più poveri, ma ai paesi dell’Ue“.
A sostegno delle sue affermazioni, Putin spiega che, nell’ambito del Programma alimentare mondiale sostenuto dalle Nazioni Unite, “solo due navi su ottantasette sono state caricate. E sono state esportate 60mila tonnellate di cibo su 2 milioni di tonnellate. Voglio dire che, come molti paesi europei negli ultimi decenni e secoli, hanno agito come colonialisti, e continuano ad agire oggi. Ancora una volta, i paesi in via di sviluppo sono stati ingannati e li continuano a ingannare. Ovviamente, con questo approccio la portata dei problemi alimentari nel mondo non potrà che crescere, purtroppo. Il che può portare a una catastrofe umanitaria senza precedenti. Forse dovremmo pensare di limitare l’esportazione di grano e cibo commerciale lungo questa rotta. Di questo parlerò con il presidente della Turchia Erdogan“.
Infine, ‘tanto per stare tranquilli’, il presidente russo ha annunciato che nei prossimi giorni, in occasione di un vertice che avrà luogo in Uzbekistan, incontrerà il leader cinese, Xi Jinping. Un incontro che, hanno riportato i media russi, “Si terrà a Samarcanda, una riunione dei nostri leader della Sco. Questo vertice si preannuncia interessante perché sarà il primo vero e proprio summit dall’inizio della pandemia. Ci saranno sessioni plenarie e vari tipi di incontri di gruppo e stiamo preparando un incontro dei nostri leader con un’agenda dettagliata su cui stiamo lavorando con i partner cinesi“.
Max