La fornitura degli S-300 servirà a “proteggere i militari russi”, ha spiegato il portavoce del Cremlino, e non “è un atto ostile nei confronti di paesi terzi”.
“Nel 2013, su richiesta di Israele, abbiamo sospeso la consegna degli S-300 alla Siria, che era pronta per linvio. Il personale militare siriano era stato addestrato. Oggi la situazione è cambiata, e non è colpa nostra”, ha spiegato Sergei Shoygu, ministro della Difesa russo.
“I centri di comando delle unità di difesa aerea siriane saranno dotati di sistemi di controllo automatizzati forniti solo alle forze armate russe, il che faciliterà il controllo centralizzato di tutte le forze e le risorse della difesa aerea siriana, monitorerà la situazione in aria, garantirà l’emissione operativa degli ordini nonché, soprattutto, l’identificazione di tutti gli aeromobili russi da parte dei sistemi di difesa aerea siriana”, ha affermato Shoigu. “Siamo convinti che l’attuazione di queste misure sarà una doccia fredda per le teste calde ed eviterà passi affrettati, che rappresentano una minaccia per i nostri militari”, ha aggiunto.
In una conferenza stampa sullabbattimento dellaereo la Russia ha presentato una ricostruzione dettagliata dellaccaduto e ha ribadito che la responsabilità di quello che è successo è delle forze aeree israeliane. Nell’incidente hanno perso la vita 15 militari russi.
“La consegna di un sistema di armi del genere significa fermare la presenza di Israele nel cielo della Siria. Equivale a un atto di guerra, dichiarato da coloro che possiedono queste armi. A mio parere, gli S-300 non sono adatti qui. Quello che la Russia farà con tutto ciò, questa è unaltra questione. Non raccomanderei di consegnare queste armi e di provocare le forze armate israeliane in generale”, ha detto a Euronews Zvi Magen, ex ambasciatore di Israele in Russia. Il sistema di difesa, ha spiegato Mosca, è in grado di intercettare attacchi aerei a una distanza di oltre 250 chilometri e colpire simultaneamente diversi bersagli.