Una celebrazione comunque sontuosa, con 11mila soldati schierati nella Piazza Rossa, circondata da mezzi cingolati, lanciamissili e tante altre attrezzature militari. Per la precarietà delle condizioni meteorologiche è stato invece cancellato l’atteso show areo nel corso del quale, era stato anticipato, i caccia avrebbero dovuto sorvolare la piazza disegnando più lettere ‘zeta’, usata come segno ‘dell’operazione militare speciale’, iniziata lo scorso 24 febbraio in Ucraina. La Parata che è stata comandata dal capo di stato maggiore delle forze di terra, il generale Oleg Salyuko. Grande assente invece, il capo di stato maggiore, Valery Gersasimov.
Al di la della propaganda, inevitabile in questi casi, e di chi vuol continuare a dare una lettura ‘ senso unico’ a questo conflitto, in realtà stamane, in occasione dell’annuale celebrazione della 77ima Giornata della grande vittoria della Russia contro il Nazismo, Putin ha scandito uno slogan ben preciso: “Mai più l’obbrobrio di una guerra mondiale”, e già questo dovrebbe ‘tranquillizzare’ i numerosi sostenitori di un imminente escalation del conflitto in Ucraina.
Una guerra folle ed indegna che certo Putin ha sulla coscienza ma, di contro, che macchia indelebilmente di ‘menefreghismo’ l’intera comunità occidentale, testimone fin dal 2014 dei fatti del Donbass e, soprattuto (come più volte rimarcato dallo stesso Putin), ‘allertata’ dal Cremlino stesso che la Russia era seriamente intenzionata intanto a ‘riprendersi la Crimea’. Dunque, per inciso, urge sottolineare – e non è certo poco – che, nel corso del suo lungo intervento, il presidente russo non ha fatto nessun riferimento agli armamenti nucleari, salvo che per accusare Kiev, che avrebbe manifestato di tornare nuovamente a dotarsene.
Dunque, parlando della ‘missione’ in Ucraina, Putin ha tenuto a precisare che ”I Paesi della Nato non hanno voluto ascoltarci, quando lo scorso dicembre abbiamo proposto di definire un accordo sulla sicurezza”, ha infatti ricordato dal sontuoso palco il presidente russo. “Significa che avevano altri progetti. Avevano preparato apertamente un’altra operazione punitiva nel Donbass, una aggressione nelle nostre terre storiche, inclusa la Crimea, a Kiev si è parlato di ripristinare le armi nucleari. Il blocco Nato ha iniziato a militarizzare i territori vicino ai nostri confini. E questo per noi rappresentava una minaccia inammissibile ai nostri confini”.
Quindi Putin ha tenuto a ribadire che “Chi ha vinto la Grande guerra ci ha chiesto di rimanere vigili perché non si ripeta una guerra mondiale”, ricordando quando, durante la Grande guerra, gli allora sovietici “hanno battuto il nemico nei pressi di Mosca, Kursk, Stalingrado, Minsk, Sebastopoli, Kharkiv, Leningrado”.
Poi, inevitabile, come dicevamo, il riferimento all’attualità affermando che “Anche voi oggi combattete per la nostra gente nel Donbass, per la sicurezza della nostra patria, della Russia. Noi siamo fieri dei vincitori, siamo loro eredi”, ha poi continuato, citando i “compagni ufficiali e sottufficiali, compagni generali e ammiragli per il 77esimo anniversario della grande vittoria“.
Dopo aver accusato gli Stati Uniti, rei di “aver vietato ai veterani americani che volevano venire a Mosca a festeggiare di farlo”, Putin ha quindi invitato la piazza ad un minuto di silenzio per i tutti i militi caduti nel corso della Seconda guerra mondiale, ed anche per quanti morti nel confitto in Ucraina dove, ha ribadito, “Il pericolo è cresciuto ogni giorno, la Russia ha dato un colpo preventivo, ed è stata una misura necessaria e assolutamente giusta, la decisione di un Paese sovrano autonomo e forte. Ricordiamoci di come i nemici della Russia abbiano cercato di usare i gruppi del terrorismo internazionale contro di noi, di come abbiano cercato di fomentare il conflitto nazionale e religioso per indebolirci e dividerci dall’interno”. Ovviamente, sempre nell’ambito della ‘propaganda’, non sono mancate le rappresentazioni ‘patriottiche’: dal mattino i social filorussi mostravano infatti gruppi di persone festanti, che sventolavano la bandiera rossa nella regione ucraina di Kherson. Di contro, le autorità di Kiev hanno affermato che si è trattato di ‘figuranti’ provenienti dalla Crimea, portati sul posto dai russi.
Nelle stesse ore anche il presidente ucraino Zelensky ha lanciato il suo messaggio nell’ambito della vittoria contro il Nazismo: ”Abbiamo vinto allora, vinceremo ora. Stiamo lottando per la libertà dei nostri figli e quindi vinceremo. Non dimenticheremo mai cosa fecero i nostri antenati durante la seconda guerra mondiale, che uccise più di otto milioni di ucraini. Molto presto ci saranno due giornate della vittoria in Ucraina. E qualcuno non ne avrà. Abbiamo vinto allora. Vinceremo ora”. Quindi dopo aver ‘maledetto’ Putin, ‘che pagherà per tutto il male fatto’, Zelensky ha concluso “E Khreshchatyk vedrà la parata della vittoria: la vittoria dell’Ucraina! Buona vittoria nel giorno della vittoria sul nazismo!“.
Max