Un grande regista, detentore di premi e grande stima, che al nostro cinema ha dato moltissimo. Ma è anche un regista record per l’enorme mole di film girati – tra cinema e televisione – nel corso della sua lunga carriera.
Basti pensare che solo nei cinema, dal primo ‘Balsamus, l’uomo di Satana (1968), al recente ‘Il signor Diavolo (del 2019)’, il regista ha firmato quasi 50 regie. Poi, come dicevamo, senza contare le produzioni televisive, teatrali, ecc.
Insomma parliamo ‘del regista’ per eccellenza, non di uno qualsiasi. Va da se quindi la grande considerazione, la stima ed il rispetto che negli anni Avati ha saputo conquistarsi tra pubblico e critica.
Insomma, al di là dei riconoscimenti o meno, parliamo di un professionista che non ha mai conosciuto flessioni o periodi di fermo sul lavoro. Questo per spiegare che forse ci sembra inopportuno ‘lo sfogo’ del quale Pupi Avati si è reso protagonista, intervenendo su Rai Radio 1, in ‘Un Giorno da Pecora’. “Il film su Dante Alighieri è un grande progetto, che il governo italiano, il Presidente della Repubblica, tutti dovrebbero sostenere, non per fare un favore a me. Sembra che in questo momento lo si faccia per farmi un favore”, ha affermato il regista, aggiungendo addirittura che “preferiscono fare la vita di Chiara Ferragni…“. Quindi quando gli viene chiesto se in questa sua nuova avventura potrà contare sull’aiuto nel ministro della Cultura Dario Franceschini (visto che anche in passato ha più volte usufruito – legittimamente – di finanziamenti pubblici), il regista annuisce: “Lui mi aiuterà sicuramente perché è una persona intelligente, mi aiuterà. Ma non sono così solleciti però…“. Annamo bene…
Max