(Adnkronos) – “A Sanremo finalmente si alza il sipario su una condizione patologica molto diffusa e la si chiama per nome: depressione. Stiamo parlando sempre di oltre il 5,6% della popolazione che ne soffre – quota aumentata in alcune fasce d’età di più del 25%, soprattutto fra gli adolescenti e giovani adulti – e che finalmente trova una rappresentazione da parte di interpreti. Interpreti che parlano della patologia, non parlano di un disagio, parlano della sofferenza vera che le persone sperimentano e della necessità di poter accedere a delle cure adeguate”. Se Claudio Mencacci, direttore emerito di Psichiatria all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente della Società italiana di neuro-psico-farmacologia (Sinpf), avesse davanti a sé Kekko, il frontman dei Modà, e Levante, entrambi in gara al prossimo Festival della canzone italiana, direbbe loro “grazie”, spiega all’Adnkronos Salute.
“Grazie per la sincerità e l’autenticità dei loro messaggi. Una sincerità di cui abbiamo bisogno – sottolinea lo specialista – Abbiamo bisogno di guardare le cose nella loro essenza, perché guardarle vuol dire anche avere la possibilità di risolverle”. Il riferimento è alle loro testimonianze. Quella di Kekko sulla depressione che lo ha colpito, della tentazione di negare a tutti e a se stesso quello che stava accadendo, delle cure e finalmente del lento ritorno a vedere i lati positivi della vita. E poi il racconto di Levante sul lato oscuro della maternità, la depressione post partum, e sulle difficoltà che ogni donna affronta nel conciliare due anime, nel tornare a sé e nel gestire al contempo la responsabilità di un’altra vita.
Per Mencacci questo è un passo importante. “Si alza il sipario”, ripete. E c’è anche un’altra speranza, una volta accesi i riflettori sul tema della salute mentale: “Come si suol dire, Sanremo chiama Roma, e speriamo che Roma risponda. Il passaggio successivo è che le istituzioni abbiano a cuore la salute mentale della popolazione. Io personalmente – precisa – porto sempre avanti il tema di un’Agenzia nazionale per la salute mentale, quindi uno sforzo unico sia di prevenzione che di cura”. (segue)