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Proteste: dopo i cortei di ieri a Roma e Milano, il 2 giugno tocca al centrodestra ed il 6 agli ultras italiani

Premettiamo: non è che ci faccia piacere ‘remare’ contro questo governo (e comunque sempre con il dovuto rispetto e senza offendere) perché, come qualsiasi altro italiano vorremmo aver il piacer di vivere in un Paese ben amministrato, dove i bisogni primari dei cittadini rappresentano la priorità dei nostri governanti, e dove i commercianti e gli imprenditori non sono visti come ‘vacche grasse’. Vorremmo vivere un Paese civile e democratico, dove ci sia la certezza di poter contare su una ‘Giustizia giusta’, su una Scuola agile e moderna, che non implica più montagne di libri a matite ogni anno ma che, ‘cavalcando’ le nuove tecnologie, sia a portata di tablet per tutti. Vorremmo una Sanità  snella e digitalizzata, capace di individuare il male e curarlo in tempi rapidi. Vorremmo poter vedere i nostri figli felici, con un lavoro ed una casa, e non vederli ‘sfiorire‘, umiliati dall’elemosina di Stato.  Insomma un paese modello, dove tutti pagano le tasse, un Paese ‘bio’, e dove persino le carceri abbiano finalmente una funzione riabilitativa e non punitiva.

Un’occasione ‘epocale’ di riscatto ‘grazie’ al Covid-19…

Qualcuno obietterà: chi è che non vorrebbe tutto questo? ma in questo momento… Ecco il nodo è proprio qui: in questo momento. Nella disgrazia caso ha voluto che la crisi abbia finito per travolgere tutto e tutti. Dunque, a livello europeo ‘la resurrezione’ investe tutti, chi più e chi meno. Per noi si prospetta quindi un’occasione ‘epocale’: poter accedere a fondi (tanti) a condizioni più che vantaggiosi. E qui si prospetta il problema: ma chi e come gestirà poi tale fortuna? Premesso che a nostro avviso, se non fra i ‘tecnici’, di politici attualmente in grado di gestire una ‘rinascita’ di tali proporzioni, ‘in giro’ c’è poco e nulla, quel che davvero fa paura, è che seriamente rischiamo che a farlo (per giunta in totale ‘autonomia’) sia questo governo. Che dire? Confidiamo nel buonsenso dei nostri politici affinché ‘veramente tutti insieme‘, si siedano intorno ad un tavolo per assicurare al nostro Paese una ripartenza all’altezza della situazione.

Le critiche piovute da Confindustria e Confcommercio

Nel nostro non condividere la gestione socio-economica di questo governo, non c’è nessun ‘interesse’ o peggio, simpatia politica di circostanza. Anche perché, per svolgere al meglio un ‘mestiere’ come il nostro, stare sempre ‘all’opposizione’ – che governi la destra o la sinistra – è una garanzia di democraticità.

Perché questo governo non accetta le critiche?

Detto questo, premesso che poi alle parole debbono seguire i fatti (e dunque, allo stesso modo, non ci ‘incantano’ certo i politici ora contro), pensiamo sia ‘democratico’ riportare anche le voci di chi la pensa diversamente. Punti di vista che, come abbiamo letto in questi giorni, riguardano anche prestigiose associazioni di settore come Confindustria o Confcommercio (anche Bankitalia ha espresso molte perplessità in merito), che non rappresentano certo una specifica inclinazione politica. Il problema, abbastanza evidente è che (senza stare a rivangare il clima totalitario del lockdown), questo governo non accetta critiche. Eppure sarebbe così facile ascoltare, confrontarsi.

Essere contro non significa essere di destra

Ora capita che all’opposizione vi sia il centrodestra (per altro totalmente ignorato in primis dal governo), e che come da ‘mestiere’, giochi le sue carte. Il ‘problema’, ma qui l’attuale governo ha terreno facile con la ‘grande stampa’, è che chiunque contesti l’esecutivo, bene che va viene  automaticamente ‘accusato’ di essere destra o, nelle peggiore delle ipotesi, di essere addirittura un ‘fascista’. Quindi guai a parlare.

Poi magari un giorno si sveglieranno i sindacati

Ovviamente le cose cambieranno quando, ‘infastiditi’ dalle lamentele di operai e dipendenti – anche statali – alla fame, i sindacati decideranno di rifiutare il te con i pasticcini di Palazzo Chigi, per rispolverare la vecchia ma sempre funzionale ‘causa sociale’, arrogandosi così per l’ennesima volta ‘il diritto alla protesta’, in quanto realmente temuti dal governo. Forse però a quel punto qualcosa potrebbe cambiare.

Le manifestazioni – pacifiche – di ieri a Roma e Milano

Ieri però in Piazza San Giovanni (Roma), è andata in scena la protesta dei lavoratori del mondo della Spettacolo e della Cultura, praticamente ridotti alla fame. Nelle stesse ore a Milano – dove già avevano manifestato i commercianti – in Piazza Duomo (Milano), c’è stato il presidio dei Gilet arancioni guidati dall’ex Generale dei carabinieri, Pappalardo. Persino un’attrice come Sandra Milo (87 anni), ha deciso di incatenarsi per protesta in mezzo alla strada. Tutti ‘fascisti’?  Pensiamo proprio di no.

L’iniziativa ‘tricolore’ del centrodestra per il 2 giugno

Ma non è finita. E qui entriamo nella ‘politica’ (ed è giusto comunque dare spazio a tutti), per il 2 giugno il centrodestra, rispettando le norme di sicurezza, evitando quindi ‘assembramenti’, ha indetto una protesta simbolica contro ‘la politica‘ di questo governo. Immediatamente è stato negato sia a Salvini che alla meloni di porre dei fiori all’Altare della Patria, sul Sacrario del Milite Ignoto.Come ha spiegato la leader di Fdi a proposito di questa protesta, “Il 2 giugno saremo in oltre 100 piazze italiane con grandi bandiere tricolore per dare voce a milioni di italiani che non ci stanno all’idea di una Italia condannata al declino e che non può ripartire. Pensiamo che sia il modo migliore di festeggiare la Repubblica italiana: una Repubblica fondata sul lavoro e che torni a credere nel valore dell’orgoglio, della libertà”.

Dalle curve alle piazze, il 6 giugno protestano gli Ultras

Sempre in tema di proteste, c’è grande curiosità (confidando ovviamente nella civiltà e nel buonsenso), per la manifestazione che il 6 giugno porterà i ragazzi delle curve calcistiche degli stadi italiani nelle strade della Capitale. La manifestazione di protesta, annunciata dall’omonima pagina Facebook (Dalle curve alle piazze), non sarà assolutamente a sfondo calcistico o ‘ispirata’ da tifoserie di parte ma, assicurano i ‘ragazzi d’Italia’, totalmente a favore di tutte le classi sociali, ed imprenditoriali, messe in ginocchio da questa paurosa crisi. Gli stessi hanno infatti premesso che, accanto loro (comunque lavoratori dipendenti o commercianti), sfileranno anche gli artigiani i commercianti, le famiglie, insomma, anche gente comune. Una protesta che i ‘ragazzi d’Italia’ hanno garantito essere ‘apartitica’ e soprattutto, senza violenza.

Che dire? Per il bene del Paese, e del suo futuro, speriamo che tutte le forze politiche abbiano la forza e, soprattutto, il coraggio di sedersi insieme intorno a un tavolo per programmare una rinascita che, spinta dalle immense capacità degli italiani, potrà sicuramente proiettarci – come davvero meritiamoal vertice dei paesi più industrializzati…

Max