E’ un discorso lungo e complesso, come la ‘geo-politica’ impone, con l’aggiunta di un vorticoso susseguirsi di eventi storico-culturali, che spesso ne ‘condizionano’ gli eventi.
Intanto, proprio per questi motivi, ridurre l’attuale tensione all’interno dell’Ucraina ad una sorta di ‘guerra da stadio’ con i tifosi schierati da una parte o dell’altra e, soprattutto, voler a tutti i costi indicare un ‘cattivo’, è quanto di più sbagliato per approcciarvi.
Oggi purtroppo contano soltanto i soldi (ricordiamo ad esempio che il Dombass rappresenta almeno il 20% de Pil dell’Ucraina), il potere e, per chi ‘comanda’, assicurarsi la possibilità di continuarlo a fare per quanto più possibile.
Poi, in fondo alle ‘priorità’ ci siamo noi: il popolo, ‘massificato’ dal cosiddetto mercato globale, e dunque condannato al solo ruolo di consumatore.
Questo per far capire che quella che una volta era l’ideologia, oggi è completa sparita. Oggi si combatte soltanto per il potere. Punto.
Ora è abbastanza evidente che, a livello internazionale, minacciate sia dalla (già non più) crescente Europa, che dalla Cina, le storiche due ‘superpotenze’ si sentano incalzate da un futuro economico per loro sempre più traballante.
Da un lato gli Stati Uniti che, dopo aver ‘cacciato’ Trump ora si trovano a dover fronteggiare un passaggio storico economico disastroso, con un presidente a dir poco imbarazzante.
Dall’altra Putin il quale, assunto un potere ‘feudale’ ed ingordo, continua ovviamente a perdere pezzi, rischiando di ritrovarsi a gestire nel tempo un ‘fazzoletto’ rispetto agli antichi fasti dell’Urss.
Dunque, diciamo che forse questo conflitto probabilmente è purtroppo ‘funzionale’ ai due contendenti, per ridisegnare e ri-distribuirsi equamente quel potere sfuggitogli di mano.
Quale è il problema? Il nodo risiede nell’opportunità che gli Stati Uniti – dopo un lungo letargo – hanno saputo cogliere a cavallo di questo conflitto, per tentare di ‘sbarazzarsi’ definitivamente della Russia, a vantaggio della Cina, paese in evidente progresso e ricchissimo.
E’ ovvio che Putin non accetti tutto questo e che, vedendosi letteralmente ‘circondato’ reagisca’, minacciando a destra e manca.
In realtà, armi nucleari a parte (un deterrente che mai nessuna nazione al mondo userà), la Russia attraverso il conflitto in Ucraina ha mostrato tutta la sua debolezza bellica, trovandosi allo stesso tempo a dover subire condizionamenti economici (le sanzioni), nel tempo letali.
Dunque oggi, Ucraina a parte, seppure Mosca volesse veramente ‘invadere’ altri paesi, non reggerebbe neanche un mese.
Ma ormai la propaganda si è messa in moto, e mezza Europa ‘trema’ solo al pensiero di venire occupata dalla Russia!
Gli effetti non tardano a farsi vedere, basti vedere quanto sta accadendo a paesi neutrali e sereni come la Svezia e la Finlandia, improvvisate ‘terrorizzate’ e dunque pronte ad entrare nella Nato.
Una scelta che, ovviamente, non può far piacere a Putin che, da superpotenza, di troverebbe praticamente a sua volta ‘circondato’ dalle armi della Nato e, soprattuto, degli Stati Uniti.
Insomma, stiamo vivendo una sorta di mega ‘Risiko’, che sicuramente non porterà nulla di buono, ridimensionando economicamente in primis l’Europa, per non parlare del nostro Paese, eternamente appeso ai destini altrui.
Intanto oggi, come da ‘copione’, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha reso noto che Mosca “ha ‘avvertito sia pubblicamente, sia attraverso i propri canali diplomatici la Svezia e la Finlandia circa le conseguenze che comporterà un loro ingresso nella Nato”.
Come ha poi spiegato la stessa Zakharova intervenendo nell’emittente ‘Russia 24’, ”Non avranno nulla di cui sorprendersi, sono stati informati su tutto, su cosa comporterà la loro adesione all’Alleanza Atlantica”.
Dichiarazione che sortito giustamente la replica del ministro degli Esteri svedese, Ann Linde che, da Stoccolma ha affermato: “La politica di sicurezza della Svezia la determina la Svezia e la Russia non ha nulla a che vedere con le decisioni indipendenti che il paese può adottare”.
E’ il preludio ad un’estensione del conflitto? Ma no, sicuramente la premessa perché quanto prima Stati Uniti e Russia trovino un accordo sulla ‘gestione europea’!
Così a breve l’Ucraina entrerà in Europa (forse), l’America inizierà a vendere il gas in Europa (che pagheremo salato dovendo ricorrere a rigassificatori), e Putin ‘recupererà’ le ingenti perdite economiche fin qui subite, traendo beneficio dal ‘ricco’ Donbass, compreso un ulteriore acceso portuale nel cuore del’Europa. E Svezia e Finlandia? Beh, intanto dìfaranno domanda per entrare nella Nato, ma sarà necessaria una ‘trafila burocratica lunghissima’…
E pensare che, le due ‘superpotenze’, se veramente volessero, avrebbero a disposizione lo stretto di Bering per ‘vedersela’ fra di loro’ senza coinvolgere tutti noi…
Max