PROSEGUE IL BRACCIO DI FERRO FRA LA TIM ED I SINDACATI: QUEI 6.500 ESUBERI PESANO TROPPO

Ormai la strada ‘è segnata’, benché al termine dell’incontro con i sindacati definito ‘interlocutorio’ ne seguiranno altri, Tim non intende mollare nel perseguire nel piano delle uscite anticipate che, a parte circa 2mila nuovo assunzioni, vuol assolutamente ‘risolvere’ la questione dei circa 6.500 dipendenti in esubero. Una ‘soluzione’ prevista dalla riorganizzazione interna al piano industriale triennale, presentato e approvato dal cda lo scorso 6 marzo. Dunque se da una parte i sindacati prendono tempo, dall’altro il colosso della telefonia si dice pronto ad utilizzare eventualmente la cassa integrazione. Nell’ambito dell’incontro, attraverso Agostino Nuzzolo (general counsel e direttore della funzione Legal Affairs, con ancora l’interim per le Risorse umane, fino all’insediamento di Riccardo Meloni), e Giuseppe De Paoli (responsabile Relazioni Industriali), l’azienda ha tenuto a sottolineare che proseguirà comunque bel suo intento, dichiarandosi comunque disponibile a realizzarlo anche in un contesto di cambiamento, hanno riferito i sindacalisti, in merito alle richieste che il fondo Elliott presenterà in assemblea insieme alla proposta di un cambio di di governance e di direzione. Dal canto loro i sindacati nutrono forti dubbi rispetto allo strumento della ‘solidarietà espansiva’ con cui andrebbero poi finanziate le assunzioni.
M.