Si ferma la salita della produzione industriale nel terzo trimestre 2021 ma le prospettive sull’andamento dell’economia nei prossimi tre mesi restano positive. E’ l’indagine rapida Csc a fare il punto sulla situazione del manufatturiero in Italia. “La produzione industriale italiana è cresciuta nel periodo luglio-settembre 2021 dello 0,5% trimestrale, ovvero ad un ritmo fisiologicamente più contenuto di quanto osservato nei primi due trimestri che hanno rispettivamente registrato un +1,2% e +1,5% trimestrale”, si legge nel Rapporto che annota come le attese sull’andamento dell’economia siano invece “migliorate sensibilmente”. “La domanda si è confermata forte e l’incertezza sulle possibili ricadute economiche di eventuali irrigidimenti delle restrizioni amministrative dovute alla pandemia, si è molto attenuata”. Le prospettive dunque, scrivono ancora gli economisti di Confindustria, “rimangono positive”.
Tornando al calo registrato nel III trimestre il Csc ha registrato ad agosto una riduzione dell’attività dello 0,2% (dopo l’aumento dello 0,8% riscontrato dall’Istat a luglio), seguito da un ulteriore calo dello 0,3% in settembre spiegato da un maggiore ricorso alle scorte di magazzino, da possibili strozzature dell’offerta lungo la filiera produttiva internazionale dovute alla scarsità di alcune componenti e materie prime e dal rallentamento produttivo dei principali partner commerciali nel 2° trimestre del 2021.
Anche gli indicatori congiunturali relativi al 3° trimestre hanno continuato a segnalare “una dinamica espansiva dell’attività nell’industria, ma in leggera attenuazione”: la fiducia delle imprese manifatturiere e dei servizi ad agosto e settembre infatti, scrivono ancora gli economisti di Viale dell’Astronomia, “è peggiorata, per via del rallentamento dei giudizi e delle attese sui livelli di produzione, e sugli ordini (ancora comunque molto espansivi), per via del canale estero”. Ad essere percepiti come fattori di crescente ostacolo alla produzione anche la scarsità di manodopera e l’insufficienza di materiali nonostante il grado di utilizzo degli impianti da parte delle imprese manifatturiere nel 2° trimestre abbia raggiunto il valore più alto dal dicembre 2018 (77,4%).
A pesare negativamente, prosegue la nota Csc che si basa sulle imprese del campione di Ihs-Markit, anche “le interruzioni sulla catena di distribuzione, che hanno indotto un ulteriore allungamento dei tempi medi di consegna e un incremento del lavoro inevaso”. Ad incidere anche un altro elemento che secondo Confindustria “potrebbe dispiegare alcuni effetti sfavorevoli anche nei mesi a venire”: la moderazione dell’attività economica dei partner commerciali considerato che la produzione tedesca nel 2° trimestre è scesa dell’1,0% congiunturale, e quella francese dello 0,9%