Negli ultimi decenni mangiare sano e salutare è divenuto una vera e propria ossessione, tanto che sono circa 18 milioni gli italiani che scelgono regolarmente cibo e prodotti a “chilometro zero”. C’è stata difatti una forte crescita di produzione dei prodotti biologici. Chi consuma e produce bio ha come principale preoccupazione non solo ragioni salutistiche, cioè prodotti considerati più sani, ma anche perché rappresenta una scelta etica, cioè quella di collaborare per un mondo migliore e di salvaguardare l’ambiente. Il bio oltre ad essere considerato un prodotto di qualità maggiore rispetto al cibo convenzionale, si trova anche a prezzi notevolmente più alti. I prezzi però variano, nei negozi specializzati sono superiori del 50 per cento rispetto a quelli delle linee biologiche che troviamo nei supermercati, che sono meno cari e li troviamo in grande quantità che spesso si mette in dubbio che non si tratti di un autentico bio. La maggioranza di prezzo in qualche modo, appare come un elemento di garanzia. Questo fatto di sfiducia da parte dei consumatori è dovuta al recente scandalo dell’azienda veneta bio, dove la finanza ha sequestrato oltre 2.500 tonnellate di generi alimentari spacciati per biologici, ma che biologici non erano. Mangiare biologico fa bene, ma non si può dire che i prodotti convenzionali facciano male. I risultati di una ricerca dell’Università di Stanford, ha fatto analizzare alcuni alimenti bio e convenzionali, le differenze ci sono ma non sono cosi elevate. I cibi bio non contengono più vitamine o proteine di quelli convenzionali e possono essere contaminati da batteri, anche se in misura minore. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di sostanze chimiche, il biologico mantiene le aspettative, ma il convenzionale conferma di rispettare le norme che ne limitano l’uso . L’educazione alimentare ha subito un mutamento, prima veniva trasmessa dalle famiglie, ora si può navigare in una una marea di informazioni trasmesse dalla rete web, televisione, e giornali, tanto che mangiare è divenuto sempre più un messaggio sociale. Siamo diventati un popolo di tribù alimentare, ciascuna con i propri totem, i propri tabù e i propri riti.