Processo Dieselgate: Volkswagen rischia di pagare 9 miliardi

Il Dieselgate ritorna a scuotere la Volkswagen tre anni dopo l’esplosione dello scandalo sulla gestione dei test delle emissioni dei motori diesel. In effetti, il processo del tribunale regionale di Brunswick è iniziato in Germania, che dovrà decidere se il gigante dell’auto ha commesso una frode non informando i mercati di ciò che stava facendo, causando grosse perdite agli azionisti. Coloro che si sono trasferiti in massa hanno presentato 1.670 richieste di risarcimento, per un totale di oltre 9 miliardi di euro.

A causa del gran numero di partiti civili, per la prima sessione il tribunale ha fatto affidamento su un centro congressi, che ha raccolto oltre cinquanta avvocati e dozzine di curiosi. I magistrati devono comunicare il calendario di questo processo colossale, che dovrebbe durare almeno fino al 2019, per rispondere alle 193 domande presentate dalle parti.

Per Vw fino ad ora i costi relativi allo scandalo hanno superato i 27 miliardi, se consideriamo le varie multe e così via. Christian Jaede, che deve giudicare come il gigante automobilistico abbia agito in relazione ai risultati emersi pubblicamente solo dopo l’azione dell’American Environmental Protection Agency (EPA), che il 18 settembre 2015 ha notificato le violazioni di Vw. Se – sostengono le ricorrenti – la questione fosse stata resa pubblica in un modo diverso, gli investitori istituzionali avrebbero probabilmente potuto essere in grado di bloccare le cadute nel mercato azionario o almeno non acquistare azioni. Nei giorni immediatamente successivi allo scandalo, le azioni di Wolfsburg sono effettivamente crollate di un terzo del valore.

Da parte sua, la casa automobilistica ha espresso la fiducia di essere stata in grado di chiarire la propria conformità agli obblighi di trasparenza nei confronti del mercato e degli azionisti, ricordando che questo è l’unico obiettivo del processo.