(Adnkronos) – Un disturbo “cronico da abuso di sostanze stupefacenti” e una personalità con “tratti istrionici, narcisistici e ossessivo compulsivi” che hanno indebolito la capacità di intendere e volere di Alberto Genovese. E’ questo il quadro clinico per l’ex mago delle start up imputato a Milano per due violenze sessuali commesse dopo aver reso incoscienti con un mix di cocaina e ketamina le vittime: una di soli 18 anni durante una festa organizzata il 10 ottobre 2020 nella sua ‘Terrazza Sentimento’ a Milano, l’altra, 23 anni, sua ospite in una villa a Ibiza nel luglio precedente. Una ‘diagnosi’ certificata dai professori Pietro Pietrini e Giuseppe Sartoni incaricati dai difensori di redigere una consulenza tecnica che entra nel processo abbreviato condizionato (a una mole di documenti e a una consulenza psicologica) deciso oggi dal gup Chiara Valori.
Un disturbo del comportamento, secondo gli esperti, che ha impattato sulla attività lavorativa dell’imputato e gli ha impedito “di discernere pienamente i confini tra il consenso iniziale” di una ragazza e il successivo venir meno del consenso inficiando la sua capacità “nel comprendere quando fosse il momento opportuno di fermarsi”. Conclusioni che portano gli esperti della difesa a ritenere “che la capacità di intendere e di volere di Genovese fosse, al momento dei fatti, quantomeno grandemente scemata”. Adesso, inserito in un contesto protetto e di recupero, lontano da ogni tipo di droga, è “una persona prudente e priva di pericolosità sociale”. Proprio del profilo psicologico si discuterà nella prossima udienza del 27 giugno quando prenderà la parola in aula una psicologa, poi ci sarà l’interrogatorio dell’ex manager e l’ex fidanzata, imputata in concorso per le violenze nell’isola spagnola, farà dichiarazioni spontanee.
Il 7 luglio sarà la volta della pubblica accusa, rappresentata dall’aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini quindi le richieste delle parte civili. Nella scorsa udienza era stato offerto un risarcimento di 130mila euro a una vittima e di 25mila euro all’altra, cifre che sono state rifiutate. “È invalida permanente al 40%. Ha problemi fisici e psicologici e non può più fare la modella, il lavoro che faceva”, spiega Luigi Liguori difensore della ragazza più giovane. Il 18 luglio l’udienza sarà dedicata, invece, alla difesa. “Siamo soddisfatti della decisione del giudice, la deposizione dell’esperta sarà importante per approfondire gli eventi e i loro prodromi, è doveroso in un caso come questo fare la massima chiarezza su tutto”, spiega l’avvocato Davide Ferrari che insieme al collega Luigi Isolabella difende Alberto Genovese. La sentenza è attesa il 19 settembre prossimo.