Una situazione sempre piú tesa, intricata, e avviluppata. La strada che porta verso la procedura di infrazione per l´Italia é decisamente in salita e da questo punto di vista, anzi, con una tempistica piuttosto segnata.
Le operazione di mediazione tra le parti avanzano, ma non sembrano sortire particolari effetti. Procede anzi, fitta una trattativa sia sul lato tecnico che su quello della diplomazia politica tra il governo di Roma e i vertici di Bruxelles per impedire la procedura sui conti. Ma la sensazione é a dir poco negativa.
Procedura di infrazione, si lavora contro il countdown
Il capo del governo Giuseppe Conte sta lavorando alla lettera da spedire all’Ue a giorni, anche in prospettiva del meeting europeo del 20 e 21 giugno. Dalla parte opposta, invece, il Mef sta lavorando all’offerta da avanzare alla Commissione europea entro il 26 giugno, data della riunione dei commissari nella quale, emerge sempre piú nettamente, potrebbe-dovrebbe giungere il via libera all’azione disciplinare sul bilancio italiano.
Aggiornamento ore 6,57
Sono ore delicate per il governo italiano che, se vuole davvero evitare la procedura di infrazione indicata dalla Ue deve fare un vero e proprio miracolo di persuasione diplomatica, politica e finanzaria.
Se Conte lavora a livello istituzionale, il Mef studia le carte, ma il dado sembra particolarmente tratto: ovvero sia, se non si dovesse arrivare a avanzare una proposta talmente seria e convincente da parte del governo, da far cambiare rotta alla Ue, allora di fatto arriverebbe la scure della infrazione.
E l tempo stringe: il dossier potrebbe giungere già al tavolo dell’Ecofin dell’8 e 9 luglio per l’approvazione definitiva del piano di rientro. Poco tempo per arrivare a una soluzione.
Aggiornamento ore 11.21
Per evitare la procedura, pare che il Tesoro stia pensando ad un pacchetto di soluzioni per tagliare il deficit attraverso il congelamento di alcune spese in Legge di Bilancio se gli obiettivi indicati non venissero raggiunti, come accaduto a dicembre.
Inoltre si parla di 3,5 miliardi circa di ulteriori entrate tributarie e un incremento dell’imposta sul valore aggiunto che nei primi quattro mesi ha giá visto un sostanzioso aumento (+4,6%).
Il resto, secondo le stime, verrebbe dalle voci extra, come reddito e quota 100. Risparmi che al momento vengono indicati a 1,4 miliardi circa, ma che saranno maggiori da qui a fine anno.
Ma a Bruxelles questo basterá? La Ue non sembra molto favorevole ad aperture di credito verso Roma e starebbe puntando a una correzione di 9 miliardi che equivarrebbe a coprire il buco dei conti del 2018 (7 miliardi), i 3 miliardi di buco di questánno, senza contare la garantita flessibilità per il Ponte Morandi e il dissesto idrogeologico.
In pratica, si tratterebbe di una manovra tale da equipararsi ad un taglio di 0,5 punti percentuali del deficit-pil, che scenderebbe al 2% dal 2,5% stimato dalla Commissione Ue.
Aggiornamento 15,29