Le primarie del partito democratico degli Stati Uniti d’America sono entrate nel vivo. Domani spetta al New Hampshire, secondo Stato a votare dopo il caos in Iowa, dovuto al malfunzionamento dell’app con cui dovevano essere conteggiati i voti.
Nell’Iowa, piccolo Stato del mid-west, ha inaspettatamente trionfato Pete Buttigieg. L’ex sindaco di South Bend ha ottenuto 14 delegati da portare alla Democratic National Convention di luglio, due in più del rivale progressista Bernie Sanders. Otto delegati per la senatrice del Massachusetts, Elizabeth Warren, solo sei per Joe Biden. L’ex vicepresidente di Barack Obama, grande favorito di queste primarie, è uscito ridimensionato dalla competizione in Iowa. Un delegato per Amy Klobuchar, senatrice del Minnesota, che ha rispettato le aspettative posizionandosi di poco dietro ai candidati più blasonati.
Prima ancora di conoscere i risultati esatti dell’Iowa, i candidati democratici sono volati in New Hampshire, dove venerdì scorso a Manchester si è tenuto l’ultimo dibattito prima del voto. Buttigieg e Sanders sono stati quelli più attaccati. In particolare Biden, preoccupato che il giovane Buttigieg possa prendere il suo posto tra i moderati, lo ha accusato di inesperienza. “Non è l’Obama bianco – ha ripetuto Biden – e in vita sua ha fatto solo il sindaco”.
Buttigieg è però uscito rafforzato dal dibattito. Pacato e puntuale nelle risposte, nei sondaggi continua a salire. Della sua inesperienza ne fa un vantaggio: “Non possiamo risolvere le cose guardando sempre indietro”, ha tuonato major Pete. Un mantra ormai in politica.
Scontro anche tra Buttigieg e Sanders. I due candidati stanno metabolizzando l’idea che la nomination per le presidenziali di novembre possa essere una questione privata. Portatori di idee differenti all’interno del partito, Buttigieg ha accusato Sanders di essere troppo divisivo. Sanders, più incisivo, lo ha rimproverato di ricevere donazioni da molti miliardari per la campagna elettorale.
Critiche che hanno avuto eco nei giorni seguenti. Dal palco della palestra di una scuola di Nashua, come riporta l’inviato della Stampa Paolo Mastrolilli, l’ex sindaco si è difeso: “Ho già chiarito che i miliardari nel nostro paese devono pagare la loro giusta fetta di tasse, e quando sarò presidente lo farò. Questo non significa che ora devo rifiutare i loro contributi, se condividono il mio progetto, a maggior ragione perché mi finanziano sapendo che alzerò le loro imposte”.
Nei sondaggi in New Hampshire Sanders, che nel 2016 stravinse contro Hillary Clinton, è sempre davanti a tutti. Ma Buttigieg sta rosicchiando giorno dopo giorno i punti di distacco. Secondo RealClearPolitics Sanders è al 28.5%, Buttigieg al 22%. Ad agosto 2019 aveva il 6% dei favori.
Indietro Warren, Biden, e Klobuchar, dati tra il 13 e l’11%. L’ex vice di Obama, ancora in testa nei sondaggi nazionali, dovrà aspettare le primarie in Nevada e South Carolina (22 e 29 febbraio) per ritrovare il sorriso, dove è sostenuto dalle minoranze nera e latina.
La settimana però non è stata solo democratica. Sul fronte repubblicano il presidente Donald Trump sta vivendo il suo periodo migliore da quando è alla Casa Bianca. In crescita nei gradimenti (49%), assolto al Senato dall’impeachment, vento in poppa nell’economia. I democratici dovranno scegliere uno sfidante capace di batterlo: su questo sono tutti d’accordo.
Mario Bonito