In tema Prescrizione è arrivato l’ok dal Consiglio dei ministri. E nelle stesse ore in cui l’agenda della maggioranza si scalda, il premier Conte bacchetta Iv. “L’assenza Iv è una loro sconfitta. Dica cosa vuol fare. Se sfiducia Bonafede io traggo le conseguenze’, ha detto in sintesi il premier.
Insomma, sono ore vibranti e l’aria è tesa, intorno al governo. Senza i renziani al tavolo, il Consiglio dei ministri passa allo sprint sulla prescrizione continuando a seguire pertanto la linea tracciata dal premier Giuseppe Conte.
“Mi dispiace per Iv. Per una forza politica è sempre una sconfitta decidere deliberatamente di non sedersi a un tavolo”, ha detto il primo ministro in un incontro con la stampa laddove ha chiamato Matteo Renzi a prendere una posizione netta.
Ovvero: se proseguire o meno nella maggioranza.
aggiornamento ore 7.01
“Italia Viva ci dica cosa vuole fare, lo deve chiarire non solo a me ma anche al Paese”. Conte è perentorio. Nella sua posizione, nelle sue idee.
Si trova al fianco di Alfonso Bonafede, seduto e non solo. Anche quasi metaforicamente parlando. In quanto padre della riforma delle processo penale che, secondo il Guardasigilli, dovrebbe portare a un massimo 4 anni i tempi dei processi per tutti i gradi di giudizio, Bonafede è al centro delle critiche di un’ampia componente politica.
Ma a Conte, al di là dei tempi dei processi, interessa dare una guida agli indirizzi di maggioranza in divenire. “Se ci sarà una mozione di sfiducia al ministro Bonafede il sottoscritto per assicurare credibilità alla politica ne trarrà tutte le conseguenze”, ha detto Conte rispondendo a chi sospettava se, dopo la strategia di Iv, c’è il rischio di salire al Colle.
Aggiornamento ore 9.04
Non si tratta di fantapolitica: come ricordano alcuni specialisti, per arrivare a presentare una mozione di sfiducia servono 32 firme a Palazzo Madama: Iv vanta diciassette senatori e dovrebbe quindi co-firmare la mozione con una forza di opposizione. Ipotesi che alcuni non scartano a priori.
E Conte non chiude a Iv. “Nei loro confronti c’è la massima disponibilità a confrontarci”, ammette.
Il punto semmai, è differente: ovvero la posizione dello stesso Renzi. “Se un giocatore si ferma, se inizia a pensare a sé, o addirittura a fare dei falli noi la partita non la possiamo vincere” afferma.
E po chiarisce che l’approvazione del ddl sulla riforma penale “è segno che quando si lavora con serietà e responsabilità i risultati arrivano”. E ancora: “Chi può capire meglio di un ex premier, sempre sensibile alla stabilità, che ha lamentato in passato il fuoco amico e la dittatura della minoranza, chi più di lui deve dimostrare oggi questa sensibilità alle sfide che ci attendono?”.
aggiornamento ore 11,14