Con il passare dei giorni la situazione politica non accenna minimamente a placarsi, anzi, con l’avvicinarsi delle scadenze la tensione continua addirittura ad innalzarsi.
Stamane poi, nel corso di un’intervista con il Giornale Radio Rai, parlando della prescrizione Di Maio ha addirittura ‘rilanciato’ affermando che “La nostra riforma dal primo gennaio diventa legge, su questo non discutiamo. Se il Pd poi vuole votare una legge con Salvini e Berlusconi per far ritornare la prescrizione come era ideata da Berlusconi, sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà“.
Apriti cielo, il messaggio – forte e chiaro – è stato subito recepito dagli ‘amici’ dell’alleanza, che non anno perso tempo nel replicare.
Conte: “C’è tempo per aggiustare le cose…”
Intanto , parlando con i cronisti della prescrizione, come sua consuetudine il premier Conte ha cercato di gettare acqua sul fuoco affermando che “La prescrizione col primo grado di giudizio è una soluzione assolutamente sostenibile, ma sicuramente va corredata con misure di garanzia che assicurino la ragionevole durata del processo. Ci stiamo già lavorando. La nuova legge sulla prescrizione varrà per i reati commessi dal primo gennaio in poi. Per arrivare al processo di primo grado – ha osservato il presidente del Consiglio – ci vorranno, stando stretti, due anni. Avremo tutto il tempo per elaborare misure a favore di un sistema equilibrato. Noi vogliamo assoluzione e condanna, e non più prescrizione“.
Il Pd compatto: “noi non faremo passi indietro”
Tra i primi, è stato Andrea Marcucci (Pd), presidente dei senatori, il quale ha tenuto a precisare che “Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non faremo passi indietro. Non si può accettare una norma anticostituzionale come il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti. Ci sono diverse soluzioni tecniche da affrontare ora, consiglio al capo del M5S di smetterla con le provocazioni“.
Affermazioni seguite da quella della dem Morani (sottosegretaria allo Sviluppo economico), che ha aggiunto: ”Ho l’impressione che sulla prescrizione si stia tirando troppo la corda”.
Dal canto suo il segretario del Pd, già ieri attraverso una nota aveva dichiarato che “Rivendichiamo l’idea di una politica non urlata o egoista e oggi sul tema della prescrizione il Pd si è confermato forza leale con la maggioranza, Ma, come abbiamo sempre detto – ha aggiunto Zingaretti – riteniamo inaccettabile l’entrata in vigore delle norme sulla prescrizione senza garanzie sulle durate dei processi“.
Renzi: “Senza accordo voteremo il ddl Costa”
La posizione d Italia Viva, così come espresso ieri da Renzi al quotidiano romano ‘Il Messaggero’, “Se non ci sarà accordo voteremo il ddl di Enrico Costa, persona saggia e già viceministro alla Giustizia del mio governo. Bonafede può cambiare la sua legge, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee“.
Ricordiamo che, sempre ieri alla camera è stato respinto l’esame della pdl Costa sulla proposta di FI che punta a far saltare la fatidica data del primo gennaio per l’entrata in vigore della prescrizione. E se tutto il centrodestra si è espresso per il ‘Sì’ a determinare invece la bocciatura il fronte compatto formato da M5S, Pd e Leu. E proprio Italia Viva ha invece deciso di non partecipare al voto. Un atteggiamento per il quale il ministro Bonafede ha affermato: “Ognuno fa le sue scelte, le nostre sono chiare da sempre”. Ma al titolare 5stelle del dicastero della Giustizia, non è piaciuta nemmeno la proposta del Pd, pronto a dibattere una sua proposta qualora la maggioranza non trovasse per tempo un accordo. Secondo Bonafede infatti si tratterebbe di un grosso passo indietro “mentre siamo a pochi passi da una svolta”.
“Figo si faccia garante anche per noi, all’opposizione”
Nel bailamme generale Costa ha invece affermato che è forse il momento di spingere sull’acceleratore: “Arriveremo anche ad alzare i toni se non sarà calendarizzata la discussione della mia proposta di legge. Il presidente Fico si faccia garante dei diritti dell’opposizione. In commissione è in atto un’azione dilatoria, da un mese siamo fermi ad ascoltare audizioni, il presidente della commissione ne ha calendarizzato due a settimana, interessanti ma ripetitive di quelle già svolte sulla spazzacorrotti, audizioni chieste dalla maggioranza”. Un concetto poi ‘passato’ a Figo (M5s) presidente della Camera, verso il quale ha tenuto a relicare: ”si faccia garante del nostro diritto a vedere discussa la proposta, non è possibile che le proposte della maggioranza vadano avanti con l’acceleratore e quelle dell’opposizione con il freno tirato”.
Max