Passato il ’bailamme’ legato agli siti delle urne, sopratutto sotto il profilo mediatico, ora è tempo di entrare negli aspetti ’pratici’ della questione. E mentre i partiti continuano a cercare alleanze e ’collaborazioni’ per potersi presentare da Mattarella con una sorta di maggioranza credibile, in queste stesse ore sta accadendo un fatto per certi versi preoccupante. Addirittura inquietante, se letto proprio sotto l’aspetto politico: ora bisogna mantenere le promesse. Accade infatti che nel feudo pentastellato, vedi il Meridione, già da diverse ore è partita la corsa al ’reddito di cittadinanza’. D’altra parte, la misura di sostegno annunciata in campagna elettorale da Luigi Di Maio, proprio laddove la disoccupazione tocca numeri da capogiro, ha inevitabilmente acceso umane speranze di dignitosa sopravvivenza. Dalla Basilicata alla Sicilia, passando per la Calabria e la Puglia, sia i centri di assistenza fiscale, che gli sportelli dei sindacati, sono stati presi letteralmente d’assalto da persone che vogliono sapere come poter accedere al Reddito di cittadinanza. Domande che al momento non possono però avere risposta, come sottolinea Antonio Deoregi, della segreteria regionale Uil della Basilicata: ’’Confermo che stiamo ricevendo queste richieste presso i nostri uffici – spiega io sibdacalista all’agenzia di stampa AdnKronos – da parte di cittadini che chiedono come funziona il reddito di cittadinanza. Capisco la loro aspettativa ma stiamo spiegando che questa misura non è ancora attiva e non sappiamo se si verificherà. Se dovesse avvenire, tanto meglio. Tra i richiedenti ci sono anche persone che già beneficiano del Reddito di inclusione. Ci sono anche beneficiari del reddito minimo di inserimento regionale che chiedono se è possibile passare al reddito di cittadinanza visto che le somme sono superiori’’. Nella Puglia sta accadendo la stessa cosa anche se, come il sindaco di Giovinazzo (Ba), Tommaso De Palma, c’è chi non accetta strumentalizzazioni in merito: “Vorrei innanzi tutto chiarire che Giovinazzo non è una città di disperati. Non vorrei che passasse questa idea – spiega il primo cittadino – Sono venute 4 o 5 persone lunedì ai Servizi sociali, non ho idea di quanti possano essere andati al Caf. Io immagino che sia avvenuto – osserva ancora De Palma – perché abbiamo sperimentato altre iniziative, sia quelle comunali con i Buoni Lavoro che regionali con il Reddito di dignità ed eventualmente con il Reddito di inclusione (la misura del governo Gentiloni ndr). Avendo avuto un buon riscontro, forse qualcuno ha immaginato che anche questa storia del reddito di cittadinanza fosse, tutto sommato, abbastanza veloce e altrettanto efficace. Rifuggo dall’idea di dire che stavano tutti pronti lì a venire a chiedere il supporto economico. Mi fa piacere – sottolinea De Palma – che già ieri l’onorevole Di Maio ha cominciato a dire che forse questa misura avrà bisogno di anni per essere messa in campo, già mi sembra un altro ragionare. Perché a soffiare sulla disperazione della gente non ci vuole nulla ma dopo il problema è che gli unici pompieri rimangono i sindaci e i Comuni, cioè l’avamposto”. In alcuni locali di palermo intanto è comparsa la scritta (persino in lingua araba): “In questo Caf non si fanno pratiche per il reddito di cittadinanza”. Insomma una situazione paradossale che, denuncia il sindacalista di Asia (Alternativa sindacale autonoma), Toto Barone, “Ecco cosa siamo costretti a scrivere oggi grazie ai Cinque Stelle”, lamenta Toto Barone. Il dato evidente però è che la gente ’ha creduto’ alle promesse ed ora bisogna mantenerle. E se il M5s, malauguratamente impantanato nella ’trappola’ delle coalizioni, dovesse affermare: non possimao mantenere tale promessa perché ’tale’ alleatonon ce lo permette…. cosa accadrà?
M.