E’ Giulia Caminito con ‘L’acqua del lago non è mai dolce’ (Bompiani) la vincitrice del Premio Campiello, giunto alla 59esima edizione. La proclamazione è avvenuta questa sera all’Arsenale di Venezia. Caminito ha ottenuto 99 voti su 270 votanti (30 membri della Giuria dei Lettori – 300 in totale – non hanno espresso preferenze). All’annuncio la 33enne vincitrice è scoppiata in un pianto. “Non mi aspettavo assolutamente nulla, certo non pensavo di vincere. Dedico alle donne il mio premio, perché possano sempre avere la possibilità di leggere e scrivere ovunque”, le sue prime parole, pronunciate stando seduta, perché, ha detto, “ho un problema di salute”.
Al secondo posto si è classificato Paolo Malagutti con “Se l’acqua ride” (Einaudi) con 80 voti; al terzo Paolo Neri con “Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fedor M. Dostoevskij” (Mondadori) con 37 voti; al quarto Carmen Pellegrino con “La felicità degli altri” (La nave di Teseo) con 36 voti; al quinto Andrea Bajani con “Il libro delle case” (Feltrinelli) con 18 voti.
Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 e si è laureata in Filosofia politica. Ha esordito con il romanzo “La Grande A” (Giunti 2016, Premio Bagutta opera prima, Premio Berto e Premio Brancati giovani), seguito nel 2019 da “Un giorno verrà” (Bompiani, Premio Fiesole Under 40). “L’acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani 2021) è il suo terzo romanzo, che è stato nella cinquina dei finalisti del Premio Strega vincendo il Premio Strega Off. Il libro premiato con il Campiello racconta una storia ambientata nel paese di Anguillara Sabazia, sul lago di Bracciano, dove vive Gaia, nella quale la timidezza affilata e la rabbia soffocata vengono nutrite dalla vergogna, la fatica di un’adolescenza sgraziata sboccia in violenza e la tenerezza si deforma in strazio.
La cerimonia finale è stata condotta Andrea Delogu affiancata dal musicista e attore Lodo Guenzi dello Stato Sociale. In apertura un ricordo e un omaggio a Daniele Del Giudice, lo scrittore romano e veneziano di adozione, scomparso all’età di 72 anni giovedì scorso, dopo una lunga malattia (soffriva da tempo del morbo di Alzheimer), a cui quest’anno era stato attribuito il Campiello alla carriera. A ritirare il premio è stato Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi, editore di tutti i libri di Del Giudice e suo amici. “Non c’è nessun sentimentalismo nei libri di Daniele – ha detto – ma una continua ricerca in grado di descrivere il modo di sentire il mondo contemporaneo”. A Daniela Gambaro è stato consegnato il Premio Campiello Opera Prima per il romanzo ”Dieci storie quasi vere” (Nutrimenti).
Walter Veltroni, presidente della Giuria dei Letterati della 59esima edizione, ha fatto un primo breve bilancio: “Sono grato alla Fondazione Il Campiello per avuto l’opportunità di presiedere una giuria di grande qualità e lavorare insieme è stato bello e gradevole. Il Campiello si segnala nel panorama dei premi letterari per l’autonomia. La giuria ha lavorato in totale autonomia, e questo è un valore. E’ un premio che ha una doppia valutazione, con una giuria di qualità e con una giuria formata dai destinati finali dei libri, cioè i lettori. E infine è un premio che è in gradi di trovare un punto di contatto tra la leggibilità e la qualità”.
La giornata veneziana del Campiello si era aperta al mattino, al Fondaco dei Tedeschi, accanto al Ponte di Rialto, con la tradizionale conferenza stampa, nel corso della quale è stato proclamato il vincitore della 26esima edizione del Campiello Giovani, il concorso riservato ai giovani tra i 15 e i 22 anni, organizzato dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto.
Alice Scalas Bianco, 18 anni di Vigevano (Pavia), fresca di diploma di liceo classico, si è aggiudicata il premio con il racconto “Ritratto di Parigi” scelto dalla Giuria dei Letterati, presieduta da Walter Veltroni, tra i cinque racconti arrivati in finale. Il premio è stato consegnato da Marco Dalla Bernardina, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto.
Questa la motivazione della Giuria: “Il racconto di Alice Scalas Bianco ha la qualità di unire in un solo gesto ingenuità e intelligenza, dispersione e lampi di lucidità ironica. Ai luoghi comuni inevitabilmente vincenti, l’autrice ha cercato di resistere con la dolcezza di un racconto che si fa leggere fino alla fine”. Gli altri finalisti di questa edizione del Campiello Giovani erano: Salvatore Lamberti, 19 anni di Scisciano (Na), con il racconto “Roman”, Shannon Magri, 22 anni di Castel Gabbiano (Cr) con il racconto “Kiyoshi nella tempesta”, Martina Sangalli, 21 anni di Carugo (Co) con il racconto “Blu colomba” e Camilla Tibaldo, 21 anni di Trecenta (Ro) con il racconto “La somiglianza”.
Appena iscritta a lettere moderne all’Università di Bologna, con il sogno di lavorare nel mondo dell’editoria, Alice ha detto: “E’ un grande onore ricevere questo premio e ringrazio tutte le persone che mi hanno letto e apprezzato e grazie al Campiello per la bellissima esperienza che mi ha fatto vivere. E’ un racconto scritto in due o tre settimane durante una quarantena forzata. Non ne potevo più di studiare a distanza e ho trovato uno sfogo anche scrivendo questo racconto”.
Durante la conferenza stampa è stata inoltre assegnata da Riccardo Di Stefano, presidente nazionale dei Giovani Imprenditori, la menzione speciale del Gruppo Giovani di Confindustria per il miglior racconto che ha trattato il tema della cultura di impresa. La menzione è stata attribuita a Lorenzo Molinetti, 21 anni, di Chiavenna (So).
E ora sta per entrare nel vivo il Premio Campiello Junior, prima edizione del riconoscimento letterario rivolto agli autori di opere italiane di narrativa e poesia scritte per i bambini e i ragazzi tra i 10 e i 14 anni. Il Premio, nato dalla collaborazione tra Pirelli e il Campiello, giunta al secondo anno, ha l’obiettivo di promuovere la lettura tra le giovani generazioni, nella convinzione che leggere e raccontare storie siano elementi fondamentale per la formazione e l’educazione culturale e civile.