Già si è ritrovato nell’occhio del ciclone soltanto per aver fatto il suo dovere, nell’ambito del Comitato Tecnico Scientifico, che di fatto determina la linea sanitaria nel Paese.
Stimato professionista, e direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco sta vivendo momenti difficili, anche a causa delle minacce pervenute ai suoi familiari da parte di sparute ma violente frange di ‘integralisti’, che agiscono dietro l’egida di no Vax (ma guai però a generalizzare), ed ora, anche notizie poco chiare relative alla struttura da lui diretta dove, secondo fonti equivoche e pasticcione, si sarebbe deciso di rinviare diversi interventi a causa dell’epidemia, che ‘qualcuno’ ha poi abilmente strumentalizzato, facendo intendere che tali rinvii sarebbero stati a discapito dei soli no Vax.
E’ stato lo stesso Pregliasco nel pomeriggio a commentare tali voci (“una comunicazione che ha semplificato, estremizzato ed è stata volutamente polemica”, puntualizza il virologo), sostenendo a gran voce che ”Nessuna discriminazione e anzi una grande attenzione perché tutto si possa fare al meglio”.
“Di fatto – ha tenuto a rimarcare il virologo milanese spiegato – il Galeazzi è assolutamente impegnato contro Covid-19, lo è stato nel momento della prima ondata e lo è anche in questo momento. Tant’è che abbiamo dovuto destinare un piano completo, quindi 100 posti letto dei 360 disponibili, ai pazienti Covid. E tutta quell’attività traumatologica, ortopedica e neurochirurgica che è tipica del nostro ospedale, insieme a tutta l’attività ambulatoriale, viene svolta secondo norma e regola. Semplicemente ha fatto scalpore l’aver inserito nell’ambito di una profilatura della fragilità dei soggetti che devono fare interventi procrastinabili nel tempo, e che abbiamo ripianificato nel breve, quindi non rifiutando nessuno ma pianificando nel modo migliore per riuscire a garantire la massima sicurezza possibile per tutti i pazienti, in primis per esempio i soggetti che non hanno voluto vaccinarsi, quindi che hanno diritto alle cure come tutti gli altri. Ma in questa fase, essere in ospedale non vaccinati significa rischiare un po’ di più in termini di possibilità di contagio”.
Dunque, prosegue il direttore sanitario dell’Irccs, “Io credo che tutto questo si risolverà nel breve tempo. Nel momento in cui ritorneremo, anche grazie al miglioramento della situazione epidemiologica, al momento della massima operatività possibile. Però davvero ora siamo in sofferenza. Noi stiamo risolvendo la situazione e spero che tutto questo scalpore venga in qualche modo a ridursi a quello che è stato: una profilatura del paziente per garantire la massima sicurezza e per lui, per il contesto e per la continuità e l’operatività del lavoro, soprattutto nell’ambito dell’emergenza-urgenza“.
Max