Gli esiti delle urne hanno aperto nuovi scenari in seno alla maggioranza: il premier Conte conferma di non sentirsi commissariato dal leader della Lega, vero vincitore di queste Europee che hanno decretato il Carroccio come il primo partito in Italia, mentre Salvini conferma la propria fiducia nei confronti dell’Esecutivo e traccia le linee delle priorità dell’agenda di governo.
E Luigi Di Maio, dopo le delusioni delle Europee e il continuo crollo dei consensi, si sottoporrà ai voti della base grillina: gli iscritti del Movimento Cinque Stelle su Rousseau dovranno decidere se confermargli o meno il ruolo di leader del MS.
Salvini sostiene Conte, e si punta al rilancio dell’azione di governo. Di Maio cerca consensi alla base
Sono parole nette e abbastanza tranquille quelle con cui il premier Giuseppe Conte conferma la stabilità del governo, e del suo stesso ruolo, al di là della crescente popolarità che si registra, voti alla mano, intorno alla Lega di Salvini. “Non mi sento commissariato da Salvini”, afferma. E, del resto, la Lega stessa ha confermato l’azione dell’Esecutivo. Il cui leitmotiv è sempre lo stesso, in queste ore: “Rilanciare l’azione di governo. Abbiamo tante priorità, dalla crescita al fisco e alla ricerca”.
Non a caso, circa le pressioni che, secondo alcune interpretazioni analitiche del nuovo quadro politico uscito dalle urne dovrebbero finire sul capo del premier, lo stesso Conte ha ribadito la sua fiduciosa aspettativa nella continuità dei rapporti di coesione tra i vertici del governo, in primis con Salvini stesso. “Salvini ha sempre fatto parte della coalizione, delle forze che sostengono il mio governo, perché dovrei sentirmi così?”, ha detto il premier quando gli hanno chiesto se si sentisse ‘commissariato’.
Arrivato a Bruxelles per il meeting dei capi di Stato e di Governo dell’Unione Giuseppe Conte ha dunque rigettato la provocazione. Anzi, ha rilanciato. “Le priorità sono tantissime, innanzitutto quelle scritte nel contratto di governo e poi dobbiamo rilanciare la ricerca, rafforzare la formazione, la riforma fiscale, lavorare per l’economia circolare. Ci sono tantissimi obiettivi. Siamo al rush finale sul decreto sblocca cantieri e sul decreto crescita”.
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Giuseppe Conte da Bruxelles ha toccato diversi punti, sia sul fronte delle priorità di governo che sulla situazione di equilibri interni alla maggioranza. Le Elezioni Europee hanno detto cose piuttosto evidenti circa le forze in causa, circa le intenzioni del Paese e, non a caso, nelle ore immediatamente successive al voto Salvini ha ribadito alcuni concetti chiave sulle urgenze, come la flat tax. “Non abbiamo ancora iniziato parlare di manovra”, ha preso tempo il premier Conte.
Quando all’altra questione affrontata da Salvini, quella relativa al ruolo dell’Italia in Ue, altrettanta chiarezza da parte “Abbiamo chance perché l’Italia abbia il ruolo che si merita”, ha detto, senza però addentrarsi su questioni di poltrone o obiettivi strategici. Tra questi, il mandato Bce. “Ci sono tanti dossier aperti, uno è anche quello: abbiamo tanto da lavorare” ha detto Conte.
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Mentre i ‘numeri’ economici italiani in queste ore saranno sulle scrivanie della Commissione Ue I conti dell’Italia e si parla, stando ai rumors di Bruxelles, tra il 2018 e il 2019 di uno scostamento pari allo 0,7% rispetto agli obiettivi Ue corrispondente ad un valore di 11 miliardi e, lo si ricorda, ballano nel mezzo gli equilibri tra la riduzione del deficit strutturale di 0,6 chiesta a maggio dalla Commissione e la proiezione promessa relativa a una riduzione dello 0,3% fatta dall’Italia, intanto, sul piano degli equilibri politici interni, alle parole di Conte su Salvini e sulla fiducia reciproca, seguono quelle altrettanto fiduciose di Matteo Salvini ne riguardi di Di Maio.
“Difendo il buon lavoro di Luigi Di Maio. Non sopporto chi cambia bandiera per convenienza”, afferma il vice premier leghista. Presso lo studio di “Quarta Repubblica” infatti il numero uno della Lega era stato chiamato a commentare la debacle del suo alleato di governo, ed ha ironizza sulla mancanza di coerenza e di lucidità che a volta, negli eccessi da una parte all’altra, accompagnano le analisi politiche. “Fino a ieri ero un nazista, oggi sono uno statista illuminato. Non mi ritenevo un cretino ieri, e non mi ritengo un genio oggi”.
Matteo Salvini è stato chiaro. “Gli italiani vogliono fatti, non litigi”. La difesa al collega continua: “Di Maio era una persona corretta, continuo a ritenere che sia una persona corretta” e per quanto riguarda i giudizi sul suo stesso operato ha commentato: “Per qualcuno fino a ieri ero un imbecille, fascista, troglodita, nazista, e oggi sono uno statista illuminato.
Come è noto, dopo i confronti interni al movimento, intanto, Luigi Di Maio si sottoporrà al giudizio della base politica dell’elettorato grillino, iscritto alla Piattaforma Rousseau, laddove verrà chiesto alla gente di esprimere il proprio consenso o meno nei suoi riguardi. Ovvero, il M5S dovrà dire se vorrà ancora Di Maio come leader del movimento, o se intende cambiare rotta.
Aggiornamento 13.01