Gli effetti delle elezioni Europee hanno indotto le varie componenti politiche a ore di riflessioni e valutazioni di fondo: dall’una all’altra parte dell’universo politico, c’è chi esulta e gongola, chi si lecca le ferite e chi cerca exit strategy o rivaluta i numeri per trovarci nuovi spunti di equilibrio e di esortazione. E poi c’è chi, come il premier Giuseppe Conte, si siede sullo scranno dell’equilibrio di quello che è il valzer delle considerazioni forse più diametrali, dal punto di vista della stabilità politica nel solco della continuità operativa e di governo.
Su un versante c’è la Lega, che ha stravinto l’ondata elettorale elevandosi come prima forza nel Paese. Sull’altro ci sono i Cinque Stelle, che sono usciti rammendati dalle urne e hanno visto il loro leader, Luigi Di Maio, arrivare a decretare l’urgenza del ritorno al voto ‘interno’, tramite la piattaforma Rousseau, sicché la base del movimento si possa liberamente esprimere circa la fiducia, o meno, che nutre verso di lui quale leader del M5S stesso.
Sono ore caldissime, dunque, queste: mentre gli iscritti grillini votano, infatti, il ministro e vice premier Salvini fa incetta dei suoi consensi e si prepara a dettare la linea del nuovo sprint di governo, tra priorità in agenda a cui tiene particolarmente. E come detto, nel mezzo, c’è Conte: che nel corso delle ultime ore ha avuto incontri determinanti per poter sciogliere dubbi e riserve circa la situazione in seno alla maggioranza.
Nello specifico, Giuseppe Conte è stato al Quirinale: dal quale ne è uscito con una convinzione di fondo. Quella di ripartire con determinazione. Del resto, come è emerso, Mattarella è parso preoccupato non dai risvolti del quadro politico, quanto per l’economia. In tal senso il premier è parso ottimista sulla tenuta dell’esecutivo e sulle iniziative da mettere in atto, specie alla luce della ormai nota lettera della UE. Eppure, c’è chi paventa elezioni a settembre.
Aggiornamento ore 7,21
Va detto, nello specifico di questo incontro, che il colloquio al Colle è stato chiesto da palazzo Chigi, nell’ottica di chiarimenti cruciali per dare attuazione e continuità al percorso di governo. Il presidente della Repubblica ha incamerato l’azione di Conte come un doveroso intervento volto a rasserenare le parti in causa alla luce del rinnovato rapporto di equilibri in seno alla maggioranza, che non può non pendere ora maggiormente dalla parte della Lega, viste le urne.
Il noto interesse che il presidente Sergio Mattarella ha verso le sollecitazioni europee relative ai conti pubblici, anche se non soprattutto alla luce della missiva della Commissione europea e alle imminenti risposte a cui è tenuto il governo italiano pare che sia stato uno dei nodi cruciali del colloquio. L’incontro bilaterale tra Mattarella e Conte, comunque sia, simboleggia quasi una sorta di chiusura del cerchio di un excursus di situazioni che si sono incatenate, una dietro l’altra in queste ore. Il vertice a Bruxelles per le nomine europee; il colloquio lungo e proficuo col vice premier Matteo Salvini e quello di pari rilevanza con l’altro vice premier, Luigi Di Maio.
Subito dopo il Quirinale, il presidente del Consiglio si è visto a palazzo Chigi con il ministro dell’Economia Giovanni Tria per stilare il crono programma della replica alla richiesta di risposte avanzata dalla Commissione: si fa largo la strada della manovra correttiva.
Aggiornamento ore 11,45
Mentre si dice ‘pronto a ripartire’, parlando dell’agenda di governo, Conte sa di dover partire dalla obbligatoria strategia di risposte convincenti in relazione alla lettera della Commissione: l’Europa potrebbe non essere più tanto accomodante con l’Italia, ed è per questo che emergono le preoccupazioni di Mattarella, al quale il presidente del Consiglio dovrebbe aver parlato a grandi linee delle posizioni di Lega e M5s nel merito. Al momento, al netto delle parole di reciproca fiducia con cui si sono espressi i vari leader parlando dei colleghi, non sembra esserci spazio concreto per una invocazione diretta del Quirinale, che potrebbe essere chiamato in causa solo a fronte di una tale spaccatura da dover far presuppore l’esigenza di consultazioni per un’eventuale nuova maggioranza o elezioni anticipate.
In questo senso, in queste ore ancora si diffonde l’ipotesi di settembre, come uno snodo cruciale. Una prospettiva a cui Conte per ora non guarda. “Ho chiesto a entrambi i vicepresidenti di accelerare i confronti e le valutazioni che sono in atto nell’ambito di ciascuna forza politica, in modo da poter ripartire già nei prossimi giorni con chiarezza di intenti e determinazione di risultati”. Così si esprime Giuseppe Conte dopo le consultazioni con i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio e il Quirinale.
Aggiornamento ore 13.53