La recente vicenda della Banca Popolare di Bari, soprattutto alla luce dei gravi – gravi precedenti scandali estivi, che hanno sconvolto migliaia di risparmiatori – ha sollevato un vespaio di polemiche, specie all’interno dei due partiti di maggioranza per la figura del pentastellato Lannutti, chiamato a presiedere l’apposita Commissione che vigila sulle banche. A complicare la questione, la presenza del figlio di quest’ultimo, che alla luce del ‘salvataggio’ della banca qualcuno ha invocato un ‘conflitto d’interesse’, sebbene Lannutti abbia chiarito che il figlio è un semplice dipendente delle Popolare di Bari.
Ma la questione è aperta, come ha tenuto a precisare stamane in un’intervista a ‘Repubblica’ Maria Eelena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera: “Noi siamo stati chiari fin dall’inizio – ha ribadito la Boschi – Lannutti per noi è invotabile, e non per il conflitto di interessi con suo figlio, ma per le frasi vergognose dette sugli ebrei. Chi porta avanti pregiudizi squallidi antisemiti non avrà mai il nostro voto, qualunque attività faccia suo figlio. Mi chiedo come i 5Stelle possano continuare a sostenere questa candidatura“.
“Intervenire è giusto ma dipende come”
In particolare, riguardo alla Popolare di Bari, l’ex ministra riconosce che “Quando sta per saltare una banca, è giusto intervenire. Punto. Certo si può discutere di tutto: il merito del provvedimento, la tempistica, il ruolo della Vigilanza, la mancata trasformazione in spa, i tanti denari necessari. Ma salvare una banca significa salvare le famiglie dei risparmiatori e dei lavoratori. Noi lo abbiamo sempre detto, adesso se ne accorgono anche gli altri. I grillini dovrebbero avere un po’ d’onestà intellettuale“.
E che nessuno pensi che, sul salvataggio della Popolare di Bari, Italia Viva possa in qualche modo ‘togliersi qualche soddisfazione’: “Nel modo più categorico no. Abbiamo solo preteso, e ottenuto, che prima di mettere 900 milioni di soldi dei cittadini italiani per salvare una banca fosse almeno chiaro che tipo di intervento si andava a fare. Quanto a Bari spero che si trasformi in spa come prevedeva la riforma delle Popolari, scelta che quell’istituto non ha voluto fare. Noi abbiamo dato una mano. A mettersi di traverso sulla Popolare di Bari è stato chi l’ha gestita male, non Italia Viva. O volete darci la colpa anche di questo?”.
“Banca Etruria? Il massacro di mio padre”
Inevitabilmente, alla luce dell’esperienza (amara) passata, la Boschi ha tuttavia confidato che non intende rivalersi in questo caso, magari togliendosi qualche sassolino dalla scarpa: “dopo una vicenda del genere, ci si potrebbe togliere molto più che un macigno. Un’intera valanga, volendo. Ma non voglio più riaprire le polemiche del passato”. Anche perché, per Banca Etruria, dice, “la mia famiglia ha pagato un prezzo altissimo e ingiusto. Mio padre è stato massacrato mediaticamente e ha subito vari procedimenti: la sua posizione è stata archiviata su tutto sino ad ora. Resta un procedimento ancora in piedi e la Procura ha chiesto l’archiviazione anche per quello. La mia famiglia è stata distrutta sui giornali e sui social e chi ha un minimo di onestà intellettuale oggi dovrebbe chiedere scusa, altro che attendere l’autocritica. L’Antitrust stessa ha escluso che sussistesse un mio conflitto di interessi. Banca Etruria è stata il grande alibi per una vergognosa campagna di sciacallaggio di tanti. Di troppi”.
Max