Per noi, che viviamo esattamente all’opposto, determinate dinamiche e culture, risultano totalmente sconosciute. Sulla carta infatti, se un giovane riesce a diventare ricco e famoso attraverso la musica, come è possibile che poi rischi di morire come un balordo qualsiasi, crivellato di colpi?
La risposta non è facile, perché negli States la cultura sub-urbana che caratterizza i ceti sociali più scombinati, segue delle proprie regole che, a dispetto del mondo ‘reale e patinato’ del jet-set, celano spesso losche gang di spacciatori che investono in giovani rapper promettenti, per poi pretendere di spremerli fino all’impossibile. Intendiamoci, non è sempre così, ma in genere…
Ad oggi sono 13 i rapper uccisi, tra questi Tupac Shakur
Del resto, chi segue questo genere musicale sa bene quanti rapper siano rimasti uccisi in sparatorie cruente (ad oggi sono 13, con il famoso Tupac Shakur), o a seguito di ‘strane situazioni’. Ed oggi ci troviamo a commentare dell’ennesimo morto ‘di piombo’.
Lui è il celebre Pop Smoke, astro nascente, con milioni di visualizzazioni su Youtube.
Bashar Barakah Jackson, questo il suo vero nome, era in un’abitazione di Hollywood Hills quando, intorno alle 4.30 del mattino, due uomini incappucciati ed armati di tutto punto, hanno fatto irruzione sparando all’impazzata. Un chiaro regolamento di conti. Il rapper era lì solo per caso? Difficile a dirsi, come vedremo, rileggendo la sua vita turbolenta.
Un’infanzia difficile e poi il gran successo
Padre panamense e madre giamaicana, Pop Smoke è nato e cresciuto tra i vicoli fumosi di Brooklyn. Dopo una lunga gavetta (costellata da baby gang, risse, droghe, ecc), si è imposto sul mercato con l’album uscito lo scorso luglio ‘Welcome to the Party’, capace di totalizzare sul web e sulle piattaforme streaming milioni di ascolti.
Molto stimato nel suo genere, Pop Smoke ha avuto modo di collaborare con diversi artisti di calibro come Travis Scott (icona dell’hip hop). C’è però da dire che nemmeno un mese fa il rapper era finito sui giornali: arrestato all’aeroporto JFK di New York, per aver trasportato oltre i confini statali una Rolls Royce risultata rubata, che aveva affitto per girare un videoclip in California.
Max