Non è imputabile ad alcun batterio killer o virus il decesso dei due esemplari di tartaruga caretta caretta rinvenuti sulla spiaggia di Torvajanica il 07 febbraio scorso. A comunicarlo la Guardia Costiera dopo aver ricevuto i risultati degli esami eseguiti dallIstituto Zooprofilattico Sperimentale di Roma al quale erano state affidate le due tartarughe. Il referto, che ha confermato trattarsi di due esemplari di caretta caretta femmina, ha evidenziato la rottura dellintestino a seguito di intussuscezione per la presenza di un filo di nylon da pesca.
La sola presenza, allinterno della cavità celomatica dellanimale, del filo di nylon da pesca e non anche dellamo fa presupporre un suo recupero in modo estremamente forzoso e violento. E sconcertante pensare che in questa circostanza il pescatore abbia preferito recuperare un amo di pochi euro a fronte della vita di un animale che poteva essere salvato portandolo presso un centro specializzato dove, sottoposto ad intervento chirurgico per rimuovere il corpo estraneo, sarebbe stato riabilitato. Pesca accidentale, inquinamento e antropizzazione dei litorali sono i pericoli maggiori che minacciano la vita di tartarughe marine e delfini ci riferisce il C.te della Guardia Costiera di Torvajanica Giuseppe Falato dal referto dellIstituto di Zooprofilassi appare come, con molta probabilità, le due tartarughe siano state vittime di un attrezzo da pesca denominato palangaro. Questo attrezzo ad ami è utilizzato da pescatori professionisti e, con delle limitazioni sul numero di ami utilizzabili, anche da quello sportivo. E un attrezzo utilizzato per la pesca dei tonnidi e del pesce spada, e generalmente viene usato di notte: si cala verso il tramonto e si salpa allalba. Con questo tipo di attrezzo da pesca la cattura accidentale di tartarughe marine non è rara. Infatti i pescatori professionisti solitamente le recuperano e, attraverso il numero blu 1530, lo segnalano alla Guardia Costiera che attiva le procedure per il trasporto dellanimale presso il nucleo di pronto soccorso della stazione geologica Anton Dohrn di Napoli, unico ente nazionale autorizzato al recupero delle tartarughe marine e dei cetacei, dove sarà riabilitato