“Respirare fumi tossici ovviamente non è il massimo per la salute, ma oltre al fatto acuto che si è verificato nell’immediatezza dell’incendio, con pochi pazienti che lamentavano cattivo odore e lieve bruciore a gola e occhi, per ora non c’è nessun allarme.Bisogna necessariamente essere cauti finché non arriverà il risultato delle analisi”. Mentre oggi e domani precauzionalmente le scuole dellarea pontina resteranno chiuse, Al momento i medici di famiglia restano appesi agli esiti delle rilevazioni eseguite dallArpa. Solo le precise analisi potranno spiegare loro se e come, il terribile rogo scatenatosi lo scorso venerdì a Pomezia, nel deposito della Eco X, ha inciso sulla salute dei residenti dei comuni interessati dalla nube tossica. Cè però da dire che dai primi dati raccolti dalle centraline antinquinamento poste nei dintorni dellarea interessati dalla combustione, i dati relativi al giorno del rogo rivelano ampi sforamenti di pm10, con 130 nanogrammi registrati. Il giorno dopo i valori parlavano di 73 nanogrammi di pm10: dunque, considerando che il limite massimo è di 50 nanogrammi, cè di che preoccuparsi. Per quanto riguarda invece leventuale presenza di altri agenti inquinanti, in serata sarà diffuso lesito delle rilevazioni relative alla diossina mentre, domani, si avranno i risultati circa leventuale presenza di amianto nellaria interessata dalla nube tossica. Come tiene a precisare in merito il vice segretario nazionale Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia), Luigi Bartoletti, se “nell’immediato non abbiamo riscontri sui nostri pazienti bisognerà comunque capire attraverso i risultati quale tipo di sostanze sono state sprigionate e diffuse dalla nube data dalla combustione delle plastiche e le sue eventuali ripercussioni. Prima di agire aspettiamo di capire cosa troverà l’Arpa osserva giustamente Bartoletti – soprattuttose la nube ha determinato o meno la contaminazione del terreno. Già il fatto che si sia scongiurata la diffusione di amianto nell’aria è una buona notizia, marimane la preoccupazione per quanto riguarda i terreni coltivati e quello che gli animali al pascolo su quei terreni potrebbero ingerire. Le diossine infatti -non vengono assorbite dalle piante, dunque per il consumo di verdure la raccomandazione è quella di lavarle in maniera estremamente approfondita, ma se un animale bruca e ingerisce questo tipo di sostanze, allora il problema potrebbe essere più grave. E’ per questo che è stata sospesa la raccolta di ortaggi e il pascolo nelle zone vicine all’incendio. Ora non rimane che aspettare”.
M.