Ora la situazione è precipitata ulteriormente. Dal primo di marzo , ci hanno spiegato i lavoratori, è previsto un ulteriore taglio che oscillerà addirittura tra il 58 ed il 90 %. La preoccupazione su come riuscire ad arrivare alla fine del mese si fa quindi sempre più pressante visto che le condizioni per ognuno di questi lavoratori sonpo sotto la soglie di sopravvivenza, come loro stessi hanno spiegato al sindaco di Pomezia Fabio Fucci intervenuto sul posto . Una situazione che interessa 65 lavoratori a Pomezia ma che a livello nazionale riguarda ben 24 mila famiglie che si sentono abbandonate per la mancanza di risposte tanto da poter arrivare a gesti disperati . In molti avrebbero voluto adottare una soluzione differente da quella delloccupazione della scuola, anche per i disagi creati a bambini e genitori di cui i lavoratori sono consapevoli e dispiaciuti , ma purtroppo, come hanno spiegato, non cè stata alternativa. Dopo accesi momenti durante il confronto con il sindaco Fucci che ha invitato i lavoratori ad una manifestazione autorizzata per poter consentire il regolare svolgimento delle attività didattiche, il primo cittadino ed alcuni esponenti dellamministrazione sono stati fatti allontanare. Alcuni degli operatori hanno poi deciso di salire sul tetto e di portare avanti ad oltranza la loro protesta. Così si è chiusa la serata. Questa mattina nulla era cambiato alla scuola Trilussa, lavoratori ancora in occupazione e bambini che non sono potuti entrare a scuola con notevoli disagi anche per i genitori, che pur dichiarando comprensibile la situazione degli operatori in protesta, precisano anche quello allo studio dei loro figli deve essere un diritto da non violare. Intanto è in corso a Piazza Monte Ciborio la conferenza stampa nazionale sotto le sigle Cgil Cisl e Uil per affrontare il problema che interessa i lavoratori di Pomezia come altre 24 mila famiglie italiane.