Sarà il tribunale di Trieste a dover decidere, nell’udienza fissata per il prossimo 17 agosto, se Alejandro Stephan Meran, accusato dell’omicidio di due poliziotti, debba restare in carcere. Lo hanno deciso i giudici della prima sezione della Cassazione che ritenendo inammissibile la richiesta di sostituzione della misura di custodia cautelare in carcere hanno qualificato l’impugnazione della difesa come appello da discutere davanti al tribunale triestino. E’ quanto apprende l’Adnkronos.
Gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua, difensori del 31enne di origine domenicana accusato del duplice delitto e di sette tentati omicidi di altrettanti poliziotti feriti nella sparatoria del 4 ottobre 2019 in questura a Trieste, avevano fatto ricorso in Cassazione – lo scorso luglio – contro la decisione del gip Massimo Tomassini di rigettare, in quanto inammissibile, l’istanza di sostituzione del carcere con una misura di sicurezza provvisoria, ossia il trasferimento dell’imputato in una struttura adeguata per le cure psichiatriche. Un trasferimento che i legali sollecitano alla luce delle consulenze dei propri esperti e di quelli della procura che convergono nel riconoscere il vizio totale di mente per il giovane.
La prossima settimana si tornerà dunque in aula per discutere se Meran debba affrontare il processo in carcere: rito immediato – giudizio caratterizzato dalla mancanza dell’udienza preliminare – la cui prima udienza è stata fissata per il prossimo 10 settembre, a poco meno di due anni dall’omicidio degli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego. A Meran, detenuto nel carcere di Verona, i periti del giudice hanno riconosciuto il vizio parziale di mente e la capacità di stare nel processo. Proprio sulla capacità di intendere e di volere, vista la discordanza delle conclusioni tra consulenti e periti, si potrebbe giocare l’intero dibattimento.