“Apprendiamo con stupore che Gualtieri avrebbe magnificato, ai microfoni della trasmissione Fuori dal Coro, l’operato della sua Amministrazione in materia di Politiche Abitative, gettando discredito su quanto fatto dalla sindaca Raggi e dalla sua Giunta.
Due sono le ipotesi: o l’attuale Sindaco soffre di memoria corta oppure, in ossequio alla sua oramai nota tendenza alla propaganda politica, mente sapendo di mentire.
L’Amministrazione Raggi è stata la prima, nella storia di Roma Capitale, a ordinare l’abbattimento delle villette abusive del clan Casamonica e a disporre lo sgombero degli Spada che occupavano abusivamente – e in maniera del tutto indisturbata – alcune abitazioni. Con noi al governo della città sono stati effettuati numerosi sgomberi guidati dalla Prefettura e, aspetto più importante, è stato tutelato il sacrosanto diritto all’abitazione di chi, per anni, ha atteso con pazienza un alloggio rispettando le graduatorie vigenti.
Stupisce, dunque, che Gualtieri ignori tutto questo e, ancor di più, sorprende che etichetti la chat tra un suo assessore e il leader degli abusivi come ‘uno strumento di informazione e consultazione’, affermando implicitamente che la presenza di Fagiano fosse normale in un gruppo di discussione sul Piano Casa di Roma Capitale.
Del resto, parliamo dello stesso primo cittadino che ha firmato una surreale direttiva che accorda la residenza agli occupanti abusivi e la cui gestione amministrativa, stando a quanto denunciato dall’Unione Inquilini, avrebbe assegnato solo 70 case – appena 6 al mese – da ottobre 2021 a gennaio 2023.
Nel frattempo, il fantomatico Piano Casa di cui parla ancora non esiste e i cittadini presenti nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi continuano a essere ingiustamente penalizzati da un’Amministrazione che, al contrario di quanto affermato da Gualtieri, risulta essere assente ingiustificata sul versante casa“.
Lo dichiarano, in una nota, il capogruppo capitolino del M5S Linda Meleo, il capogruppo capitolino LcR Antonio De Santis e i consiglieri capitolini M5S Paolo Ferrara e Daniele Diaco.
Max