(Adnkronos) – Il governo mette a disposizione della crescita economica italiana altri 21 miliardi di euro, in pratica una seconda manovra economica in gran parte destinata allo sviluppo e alla competitività del tessuto produttivo italiano. E’ quanto avrebbe detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso dell’incontro in corso con le parti datoriali. “Abbiamo lavorato a una legge di Bilancio consapevoli che parallelamente stavamo trattando con la Commissione europea la revisione del Pnrr – avrebbe detto il premier – . Infatti, da sempre il nostro ragionamento è stato quello di considerarli entrambi come due parti di un’unica strategica di politica economica: la necessità di assicurare la piena complementarità tra le politiche ordinarie e il Pnrr è stata da sempre un obiettivo di questo governo”.
“Il Pnrr, approvato oggi dalla Commissione Ue, rappresenta l’aggiornamento del piano pluriennale di investimenti e riforme che l’Italia è chiamata a realizzare entro il 2026 – è il ragionamento del premier -. E la Legge di Bilancio 2024 ha lo stesso orizzonte temporale del Pnrr (2024-2026). I 122 miliardi di euro del Pnrr sono risorse a debito che il nostro Paese dovrà restituire. Risorse che insieme ai 30 miliardi del fondo complementare incidono sui saldi a disposizione della Legge di Bilancio”. “In sostanza – ha spiegato a Confindustria e alle altre sigle datoriali – molte delle misure indirizzate alla crescita, alle infrastrutture e al sostegno del tessuto produttivo sono state contemplate negli interventi riformulati del Pnrr e non nella Legge di Bilancio che è per forza di cose seria, responsabile. Si tratta in totale di più di 21 miliardi: di fatto una seconda manovra tutta destinata alla crescita”.
Per il presidente del Consiglio “queste risorse sono il frutto della rimodulazione del piano in un’ottica di efficientamento. Alcuni progetti irrealizzabili o non ammissibili sono stati modificati, alcuni progetti in particolare degli enti locali, che rischiavano di non essere realizzati nei tempi saranno finanziati tramite gli altri programmi europei e nazionali invece che con il Pnrr che ha tempistiche molto più stringenti”.
“La sostenibilità della nostra Nazione richiede di porre la crescita economica e la competitività al centro nel Pnrr – sarebbe sta la conclusione de premier sul punto- e di tutte le manovre finanziarie senza sovrapposizioni, ma assicurando la massima integrazione e coordinamento a sostegno del progetto di sviluppo dell’Italia”.