(Adnkronos) – Avanzano i progetti del Pnrr nelle università italiane e per molti atenei è stato possibile raccogliere il guanto di sfida grazie all’esperienza maturata con l’emergenza pandemia. E’ stato così anche per l’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’ il cui Rettore Stefano Bronzini, nominato nell’ottobre 2019, spiega: “Quello che era un impegno preso è iniziato a diventare da subito una bella sfida” ma nell’ateneo la ricerca “non si è mai fermata”. “Non eravamo preparati alla pandemia, mascherine, mandare a casa il personale, smart working e tenere gli studenti impegnati” eppure “il punto di riferimento è stato continuare l’attività di ricerca che non si è mai fermata” scandisce il Rettore Bronzini. “A marzo, in una sola settimana – ricorda – i colleghi mi hanno sbalordito perché sono passati da una situazione convenzionale a quella telematica. E’ stata una situazione difficile ma anche entusiasmante: vedere le aule vuote è stata una sfida rimasta come motivo di impegno negli anni successivi”.
“Noi – sottolinea Bronzini – avevamo già messo su una programmazione della ricerca che aveva trasformato la ricerca novecentesca, di tipo verticale, dei singoli settori in quella trasversale e questo esercizio ci ha poi permesso di affrontare quelle che sarebbero state le sfide del Pnrr”. “Credo che quello della pandemia sia stato uno dei momenti di maggiore entusiasmo: avere anticipato una delle linee” della ricerca che poi “è diventata molto produttiva per la nostra università” aggiunge evidenziando il forte rapporto dell’ateneo barese con il sistema produttivo locale. “Oggi – continua il Rettore – abbiamo 10 progetti di partenariato estesi”. “Gestiremo solo per il Pnrr circa 300 milioni di euro” ed “il Piano è un impegno importantissimo” sottolinea inoltre. “Il Pnrr – osserva il professore – è una sfida nella sfida perché molte regole si stanno costruendo man mano che si va avanti e la mia speranza è di riuscire a fare grossi investimenti che possano intercettare anche nuovi percorsi formativi di cui l’Università ha molto bisogno”.
E se il Pnrr rappresenta una grande sfida anche la trasformazione digitale “soprattutto degli apparati amministrativi, l’Università di Bari l’ha affrontata” a testa bassa “instaurando rapporti sia con molti enti locali, come Comuni e Province e la stessa Regione” che con “le strutture produttive disseminate sul territorio” indica il Rettore. “La digitalizzazione – argomenta Bronzini – è legata anche al problema dell’energia su cui noi stiamo lavorando moltissimo perché il problema energetico è ‘dietro l’angolo’ della trasformazione digitale” e “credo che su questo l’Università di Bari abbia creato dei percorsi sicuramente di crescita”. Sul tavolo il Rettore pone anche il tema delle nuove competenze digitali. “Guardando ai grandi disegni” legati alla trasformazione digitale “la nostra università, inoltre, si sta anche occupando della formazione di chi già lavora” afferma Bronzini. “La nostra Università si sta occupando non solo di chi sta entrando secondo i canoni di età anagrafica ma anche di chi già lavora e occupa posizioni che oggi hanno bisogno di una formazione più accelerata” spiega infine il Rettore.