Pnrr, F.S. Marini: “controllo contabile sia per favorire sviluppo Paese”

(Adnkronos) –

“Finalità ultima del controllo contabile è consentire e favorire il buon andamento dell’amministrazione e lo sviluppo del Paese. Senza entrare nel dettaglio di possibili soluzioni normative, a mio avviso non si può non tener conto che il tipo e l’intensità dei controlli dovrebbero essere orientati alla luce della generale situazione socio-economica e della posta in gioco: il rilancio del nostro Paese”. Francesco Saverio Marini, professore di Diritto pubblico presso l’università di Roma Tor Vergata e vice presidente del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti, anticipa all’Adnkronos un passaggio della sua introduzione al convegno (di cui è coordinatore del Comitato scientifico) che oggi pomeriggio e domani mattina a Tor Vergata affronterà il tema di “Tutela della finanza pubblica per sviluppare il Paese. I controlli pubblici: riforme ed efficacia della spesa”.
 

Secondo Marini, “il legislatore sinora ha avvertito la necessità di rispondere a tali esigenze sostanzialmente eliminando in questo periodo la responsabilità per colpa grave, salvo il caso di omissioni, come pure rafforzando, seppur solo timidamente, la funzione consultiva e il controllo concomitante. Occorre interrogarsi però se tali rimedi siano efficaci, se vadano nella giusta direzione, se meritino di essere ulteriormente rafforzati, o se ne esistano di migliori”, rimarca. La riflessione che nel dibattito a Tor Vergata si vuole sollecitare “non attiene dunque solo alla tutela dell’erario e al buon andamento dell’amministrazione, ma tocca direttamente lo stesso corretto funzionamento del sistema democratico: l’impiego delle risorse pubbliche rappresenta, infatti, uno dei fattori di maggiore rilevanza per il sindacato della società civile sull’attività degli organi istituzionali e, quindi, sull’esercizio del diritto di voto dei cittadini”.  

In questa prospettiva di indagine primo obiettivo deve essere “favorire la diffusione della cultura gius-contabilistica. Rispondono a questo scopo una pluralità di attività poste in essere dalla Corte – riferisce il professore di Tor Vergata, anche vicepresidente del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti – Dalla Scuola di formazione alla Rivista, dalle convenzioni con il Ministero dell’Università all’Osservatorio. Da parte sua l’Università, come questo convegno testimonia – rimarca Marini, coordinatore del Comitato scientifico della Conferenza – si è resa disponibile a concorrere a questo obiettivo, coerentemente con la sua missione formativa, introducendo anche uno specifico insegnamento dedicato alla contabilità pubblica nell’ambito del corso di laurea in Giurisprudenza. E anzi, a mio avviso – conclude – si dovrebbe valutare, in ambito ministeriale e presso il Cun, l’obbligatorietà dell’insegnamento, che negli studi giuridici è ingiustamente trascurato”.