(Adnkronos) – Un totale di 425,5 milioni assegnati sui 600 disponibili che andranno a finanziare 901 nuove mense e 31 progetti rigettati. Nel 52% dei casi i fondi Pnrr approdano in contesti in cui il servizio di mensa scolastica era completamente assente. Il 41% delle risorse disponibili andranno a Comuni del Sud e delle Isole, il 15% nel Centro Italia e il 44% al Nord. Questi alcuni dei numeri che emergono da una elaborazione di Centro Studi Enti Locali (Csel), per Adnkronos, basati sulle graduatorie definitive diffuse dal ministero dell’Istruzione e del Merito e relative al Piano di estensione del tempo pieno e mense, prevista dall’Investimento 1.2 della Missione 4 ‘Istruzione e Ricerca’, Componente 1 ‘Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università’ del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
“L’avviso in questione, così come quello per gli asili nido, ha avuto – osserva Csel – un iter piuttosto travagliato. Alla prima ‘chiamata’, la cui scadenza era stata fissata al 28 febbraio 2022, aveva risposto un numero di enti nettamente inferiore rispetto alle aspettative. Sono servite due riaperture, con una scadenza slittata prima a luglio e poi all’8 settembre scorso, per avvicinarsi all’obiettivo concordato con Bruxelles, che doveva tradursi nella costruzione o ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026”.
Gli esclusi sono stati complessivamente 31 Comuni, che avevano presentato progetti per un valore complessivo di 12,3 milioni. Questi sono localizzati in sole quattro regioni: Lombardia (59%), Piemonte (20%), Emilia Romagna (11%) e Marche (10%). “Lo stanziamento aggiuntivo di 200 milioni, disposto lo scorso giugno (200 milioni in più che sono andati a sommarsi ai 400 previsti in prima istanza) di fatto – sottolinea Csel – è stato appena intaccato. Duole, dunque, constatare come non sia stata interamente colta questa importante opportunità di finanziare l’estensione del tempo pieno scolastico per ampliare l’offerta formativa delle scuole e agevolare così la conciliazione della vita personale e lavorativa delle famiglie”.
Ma dove finiranno queste risorse? Gli studenti che beneficeranno in misura più massiccia di questi fondi sono quelli lombardi. La loro regione ha, infatti, avuto ben 103 progetti finanziati per un totale di oltre 68 milioni. Seguono: la Campania (104 progetti e 47,2 milioni), l’Emilia Romagna (78 progetti e 39,4 milioni), il Veneto (72 progetti e 35,4 milioni), la Puglia (77 progetti e 34 milioni), la Calabria (79 progetti e 29,5 milioni), il Lazio (64 progetti e 28,3 milioni), il Piemonte (57 progetti e 25,6 milioni), l’Abruzzo (54 progetti e 21,5 milioni), la Sicilia (43 progetti e 18 milioni), la Toscana (37 progetti e 17,6 milioni), la Sardegna (23 progetti e 10,4 milioni), le Marche (21 progetti e 10,3 milioni), la Basilicata (25 progetti e 9.7 milioni), l’Umbria (21 progetti e 9,6 milioni).
Chiudono il cerchio il Trentino-Alto Adige (14 progetti e 6 milioni), il Friuli-Venezia Giulia (9 progetti e 5,6 milioni), il Molise (7 progetti e 3,1 milioni), la Liguria (12 progetti e 2,9 milioni) e la Valle d’Aosta (un nuovo edificio da adibire a mensa, finanziato con 635mila euro).
Restringendo ancora il campo e aggregando i dati su base provinciale, emerge che sono i Comuni del napoletano ad aver catalizzato i finanziamenti più ingenti (14,4 milioni per 25 nuove mense), seguiti da quelli della provincia di Roma (13,9 milioni per 30 progetti), Bergamo (13,7 milioni 19 progetti) e Milano (oltre 12 milioni per 13 progetti).
Il progetto in assoluto più costoso che sarà finanziato da questo investimento del Pnrr è quello presentato dal Comune di Ceggia, provincia di Venezia. Questo ente, che conta poco più di 6mila abitanti, si è aggiudicato 1 milione e 700mila euro per costruire una nuova mensa. Uno dei criteri di valutazione presi in considerazione per stilare le graduatorie era la collocazione o meno delle scuole in aree svantaggiate. Il dato che emerge dall’analisi effettuata da Centro Studi Enti Locali, sui dati diffusi dal dicastero, è che 37 scuole su 100, tra quelle che beneficeranno di queste risorse, è inserita in un contesto di aree interne, montane o isolane.
Poco più di metà dei fondi Pnrr destinati al ‘Piano di estensione del tempo pieno e mense’ andranno a finanziare la costruzione ex novo di mense laddove non esistevano affatto dei locali adibiti a mensa scolastica. Questa la condizione di partenza associata a 466 dei 901 progetti entrati nella graduatoria definitiva diffusa dal ministero dell’Istruzione.
Guardando alle tipologie di intervento, si apprende che il grosso delle risorse (oltre 277 milioni, vale a dire il 65%) sarà usato per nuove costruzioni, il 23% per demolizioni, ricostruzioni o ampliamenti di edifici (99,9 milioni), il 7% per riqualificare mense già esistenti (30,8 milioni) e il 4% per riconvertire locali attualmente adibiti ad altro (17,5 milioni). Infine, uno sguardo ai dati relativi alle condizioni in cui versano attualmente gli edifici che ospiteranno le nuove o rinnovate mense. Sono attualmente agibili il 98% degli edifici interessati da questa misura. Solo uno l’immobile parzialmente inagibile, 5 quelli completamente inagibili. Nove i casi in cui il dato non è disponibile.