“Siamo nelle mani del buon Dio e degli italiani, io sono preoccupato più che per le manovre di Palazzo per la situazione economica e sociale. Cassa integrazione, posti di lavoro a rischio, l’allarme di Confindustria e Confcommercio. Mi preoccupa un governo litigioso e confuso, mi preoccupa la scuola, avere un ministro come l’Azzolina è un problema. Spero che gli italiani possano tornare a scegliere il prima possibile”, e dunque, “La via maestra è il voto. Lo prometto, facciamo di tutto per mandarli a casa il prima possibile”.
E’ quanto affermato oggi da Matteo Salvini in visitando un gazebo della Lega, a Milano.
Poi, riguardo ai crescenti rumors secondo cui potrebbe nascere un’inedita intesa – rispetto alla legge elettorale – fra l’attuale maggioranza con Forza Italia (con Berlusconi sull’agognata via del Quirinale), il leader leghista spegne ogni ‘chiacchiera’ rilanciando l’unità d’intenti del centrodestra: no, replica Salvini rimarcando invece “temo i cantieri fermi sulle autostrade, che fanno perdere ore ai cittadini in coda e le cartelle in partenza da Equitalia. Le due battaglie che stiamo portando avanti in questi giorni sono sbloccare i cantieri sulle autostrade che stanno facendo disperare gli italiani e bloccare gli 8 milioni di cartelle esattoriali in partenza. I dibattiti surreali sulla legge elettorale, sul Mes e sui giochini non mi appassionano. E sono sicuro che il centrodestra sarà compatto”.
Piuttosto, si sta già lavorando al futuro candidato sindaco del capoluogo lombardo: “Io qualcuno l’ho già incontrato ma ne parleremo al tavolo tutti insieme perché vince la squadra. Però la cosa bella – aggiunge – è che a differenza dell’ultima volta, quando faticavamo a trovare qualcuno pronto a scendere in campo, ora ci sono diverse persone di assoluto livello, manager riconosciuti anche a livello internazionale che vogliono mettersi a disposizione di Milano. I nomi? Ne abbiamo più di uno, lo sceglieremo entro l’estate, perché bisogna cominciare” ma, assicura, “i nomi sono scelti da tutta la squadra e mi piacerebbe che in tutte le città al voto ci fosse qualcuno che si fa avanti senza tessere di partito in tasca“.
E congedandosi si lascia andare ad un eloquente ‘parallelo’: “Da una parte, c’è quindi una squadra stanca, sfilacciata, un sindaco che pensa più che altro a Roma, che critica il governo e da questo punto di vista ne condivido le critiche, e dall’altra parte c’è l’entusiasmo di chi ha voglia di tornare a Milano…”.
Max