“L’emozione c’è, non lo posso negare. Torno in scena con un nuovo spettacolo, che si intitola ‘Se la panchina parlasse 2’, dove racconto come si può ben immaginare l’epopea del Covid, del vaccino, delle polemiche. Ci sarà credo da ridere”. Così il maestro Pierfrancesco Pingitore racconta all’Adnkronos il suo ritorno in scena dopo il fermo forzato dovuto alla pandemia, con uno spettacolo in cui mette a nudo gli aspetti cruciali che hanno vissuto gli italiani in questo anno e mezzo.
“E’ il seguito di uno spettacolo che abbiamo inaugurato l’altr’anno -spiega il regista e autore teatrale- e che era rimasto pochi giorni. Ora l’abbiamo aggiornato secondo i recenti avvenimenti del nostro paese, e si può immaginare quali siano”. Lo show, che andrà in scena a Villa Massimo di Roma, dove Michele la Ginestra ha organizzato un festival “nel quale siamo inseriti anche noi dal 30 giugno al 4 luglio”, fa sapere Pingitore. Che rivela: “E’ uno spettacolo di forte attualità e anche di varietà, tutto incentrato su una panchina pubblica di un parco dove si incontrano vari personaggi. Amanti, fidanzati, persone che discutono, vaccinati, non vaccinati, virologi disoccupati”, ironizza.
Per fare qualche esempio: “Uno degli incontri sulla panchina è fra due vaccinati con diverse tecniche che rivendicano ciascuno la bontà del proprio vaccino -spiega- ma c’è anche l’incontro di due scienziati disoccupati che non possono più apparire in televisione, e anche un premio intitolato ‘Quanto sei zozza Roma’ cui partecipano alcuni cittadini romani che hanno sotto casa il maggior cumulo di immondizia, con tanto di intervento della sindaca Raggi”. La compagina è formata dal team che rappresenta lo ‘zoccolo duro’ del lavoro di Pingitore: Martufello, Manuela Villa, Morgana Giovannetti, Federico Perrotta, Valentina Olla e Alessandro Tirocchi. Le scene e i costumi sono di Graziella Pera, le musiche di Edoardo Simeone e testi e regia di Pierfrancesco Pingitore.
Nello show non mancherà una sorta di girotondo fra tutti i personaggi con una sorta di vaudeville, di “catena di Sant’Antonio del sesso e dell’amore, dove c’è l’amante di uno che è a sua volta l’amante di un altro, e così via”. Il celebre autore e regista racconta le emozioni del ritorno in scena: “Io sto bene e sono molto felice, ma anche tranquillo -racconta- perché è vero che da un anno non andiamo in scena, ma prima ne ho fatto cinquanta quindi sono abbastanza ‘vaccinato’, è proprio il caso di dirlo. Anche se l’emozione c’è sempre”.
Soprattutto pensando a quanto tempo è passato dagli esordi, da quella prima sera in cui è partita la stellare carriera di Pingitore: “Quando nella cantina di via di Panico, nel lontano 1965 per la prima volta si spensero le luci, andarono in scena i primi sketck che avevamo scritto e alla prima risata ci sentimmo in Paradiso: capimmo che potevamo fare gli autori”, è il ricordo del regista.