‘Tanto per cambiare’, oggi la Commissione Europea ha fato sapere che, rispetto alla nostra economia (notoriamente ‘ferita’ dal Covid), ha rivisto al ribasso le stime. Dunque, per il 2020, le previsioni ‘estive’ danno per il Pil italiano un crollo di circa l’11,2%. Un dato non nero: ‘di più’, in assoluto il peggiore in Europa nel 2020, alla luce delle precedenti stime primaverili che prevedevano un comunque ‘alto’ 9,5%.
Dal canto suo, sempre nel corso di quest’anno, l’inflazione è attesa a zero anche se, l’anno prossimo, ‘dovrebbe’ risalire toccando un modesto 0,8%. Del resto, chi più chi meno, questa terribile crisi peserà su tutto il continente. Nell’area euro ad esempio se Lussemburgo (6,2%) e Malta (6%), sono i paesi che soffriranno meno, la Germania registrare un calo del 6,3%, la Francia del 10,6%, la Spagna del 10,9%, la Polonia del 4,6%, e la Romania del 6%.
Per ciò che riguarda invece il Pil, rispetto allo scorso anno è prevista una flessione dell’8,7% nel 2020 anche se, per effetto del solito ‘rimbalzo’, nel 2021 dovrebbe poi assestarsi al -6,1% (a primavera si pensava ad un -7,7%). Idem per l’inflazione che, sempre nell’Eurozona, per l’anno in corso è stata rivista allo 0,3% quindi, nel 2021, all’1,1%.
Tuttavia, presentando le previsioni estive, la Commissione Ue spiega che nel corso di questo secondo trimestre, “con un periodo di gran lunga più lungo di lockdown, è previsto che la produzione nell’Ue si sia contratta molto di più” e che, stando ai primi dati registrati tra maggio e giugno, questi “suggeriscono che il peggio potrebbe essere passato. La ripresa dovrebbe prendere spinta nella seconda metà dell’anno, pur rimanendo incompleta e ineguale tra i diversi Stati”. Dunque, in relazione agli eventuali rischi ascrivibili per il periodo estivo per l’Ue e l’Eurozona “sono eccezionalmente alti e principalmente al ribasso. La dimensione e la durata della pandemia di Covid-19 e possibili future misure di lockdown – si legge nella relazione – restano essenzialmente sconosciute”, e le previsioni che prevedono per il 2020 invece un crollo del Pil dell’8,7%, “assumono che le misure di lockdown continueranno ad essere alleggerite e che non ci sarà una seconda ondata di contagi”.
Dunque è verosimile che possano sussistere probabilità di “rischi considerevoli” e che, di conseguenza, il mercato del lavoro potrebbe accusare “più cicatrici di lungo termine di quanto previsto”. Così come, che le “difficoltà sul fronte della liquidità possano trasformarsi in problemi di solvenza per molte imprese“. Infine, precisa ancora la Commissione Ue, fra i cosiddetti rischi al ribasso, c’è anche da considerare il fatto che, qualora non si dovesse giungere ad un accordo tra Ue e Regno Unito rispetto alle future relazioni, diverrà inevitabile “una crescita economica più bassa, in particolare per il Regno Unito”.
Max