La crescita italiana segnerà un incremento del 4,5% nel 2021 con l’accelerazione dell’introduzione del vaccino e +4,4% nel 2022. E’ quanto emerge dal nuovo Outlook Ocse che rivede al rialzo la stima di marzo (rispettivamente a +4,1% e +4%). Per l’Ocse il pil italiano dovrebbe raggiungere i livelli del 2019 nella seconda metà del 2022.
“Un ulteriore sostegno della politica fiscale stimolerà la crescita nella seconda metà del 2021 e preserverà la capacità produttiva, ma aumenterà anche i livelli del debito pubblico. L’accelerazione della crescita globale sosterrà il rimbalzo della produzione, delle esportazioni e degli investimenti, questi ultimi beneficeranno anche di maggiori investimenti pubblici. I consumi si riprenderanno man mano che le restrizioni alla mobilità saranno rimosse e la crescita dell’occupazione riprenderà”, afferma l’Ocse. “Il bilancio del governo cerca di promuovere una crescita più verde, digitalizzata e inclusiva, utilizzando i fondi Ue di Generation Eu insieme a generosi incentivi per le assunzioni e gli investimenti. Le riforme strutturali che favoriscono la crescita sono destinate ad accompagnare questi sforzi”, si aggiunge, sottolineando che “l’effettiva attuazione del piano nazionale di recupero e la resilienza richiede la realizzazione dell’ambizione annunciata di un settore pubblico orientato agli obiettivi, digitalizzato e agile”.
Sul fronte del tessuto produttivo, “la forte produzione manifatturiera contrasta con la debolezza dell’attività nei settori dei servizi ad alta intensità di contatto”, rileva l’organizzazione, aggiungendo che il turismo, “che nel 2019 rappresentava il 6,4% del pil, ha continuato a contrarsi, in particolare per quanto riguarda i voli aerei e i pernottamenti. La spesa delle famiglie è stata pesantemente influenzata dalla fiducia e dalle restrizioni dell’attività”.
Il debito italiano vola al 160% nel 2021 sotto il peso delle misure di sostegno all’economia per contenere l’impatto del Covid, ma una riduzione è affidata al ritorno della crescita sostenuta dal Pnrr, rileva ancora l’Ocse nell’Outlook. L’organizzazione spiega che il governo italiano intende mantenere le politiche di sostegno per un certo periodo con la conseguenza di un aumento del deficit nel 2020 e 2021 e un percorso di graduale rientro sotto il 3% nel 2025.
L’Ocse, si aggiunge, prevede un aumento degli investimenti pubblici investimenti pubblici al 3,1% del pil nel 2022 e del rapporto debito/pil a quasi il 160% nel 2021. Per ridurre i livelli di debito pubblico a medio termine, il governo farà affidamento soprattutto su una maggiore crescita, in parte grazie al rapido dispiegamento dei fondi Ue” del piano Next generation Eu. “Un’attuazione efficace è fondamentale per realizzare il piano di risanamento del governo”, sottolinea l’Ocse.
E ancora: per l’Ocse in Italia con lo stop alle moratorie sui prestiti bancari, estese fino al 31 dicembre 2021, si andrebbe incontro ad un aumento dei fallimenti delle imprese “Il grande stimolo del governo, l’aumento dei tassi di vaccinazione e l’allentamento delle restrizioni guideranno la ripresa economica. Il settore manifatturiero e le esportazioni guideranno la ripresa, poiché la crescita globale rimbalza, sostenendo gli investimenti del settore privato. Maggiori investimenti pubblici, compresi quelli basati sui Next Generation EU, contribuiranno ulteriormente ad attirare gli investimenti privati. Il settore dei servizi si riprenderà con l’allentamento delle restrizioni e la vaccinazione della popolazione più a rischio”, scrive l’Ocse, osservando invece che “i fallimenti aumenteranno nel 2022 quando le moratorie sul debito con la normalizzazione dell’attività”. A breve termine il sistema “per l’amministrazione dei casi di bancarotta e dei tribunali civili avrà bisogno di risorse aggiuntive e di automatizzare alcuni processi per gestire l’aumento dei casi” di fallimento “che seguirà la rimozione delle misure di sostegno”.
“Un ambiente normativo più semplice e snello che sostenga la concorrenza, in particolare nei settori dei servizi, incoraggerebbe l’occupazione e gli investimenti”, aumentando l’impatto del Pnrr, spiega ancora l’Ocse sottolineando l’importanza di un approccio più coordinato alle tasse volto ad accelerare la transizione green.
Inoltre un miglioramento della formazione – si spiega – “ridurrebbe la disoccupazione e faciliterebbe il passaggio a lavori meglio retribuiti specialmente per le persone vulnerabili – donne e giovani in particolare”.
La possibilità di nuove assunzioni, soprattutto per i soggetti con basse competenze come le donne ed i giovani, ritorneranno solo nel 2022.
Continua intanto la ripresa a livello globale sfiorando il 6% (5,8%) quest’anno ma restano disomogeneità nel rimbalzo atteso dopo la pandemia, rileva il capo economista Ocse Laurence Boone nell’editoriale del nuovo Outlook.
“È con un certo sollievo che possiamo vedere una schiarita nelle prospettive economiche, ma con un certo disagio notiamo che questo accade in modo molto irregolare. Tra le nuove epidemie del virus, meno frequenti ma più diffuse in tutto il mondo, la crescita globale continua a riprendersi – afferma – prevediamo che la produzione globale aumenti di quasi il 6% quest’anno, un’impennata impressionante dopo la contrazione del 3½% nel 2020”. Il pil mondiale è stimato in crescita del 4,4 nel 2022.
“Mentre la ripresa porterà la maggior parte del mondo ai livelli di pil pre-pandemia entro la fine del 2022, questo è lungi dall’essere sufficiente”, sottolinea il capoeconomista Ocse. “L’economia globale rimane al di sotto del suo percorso di crescita pre-pandemico e in troppi paesi dell’Ocse gli standard di vita entro la fine del 2022 non sarà tornato al livello previsto prima della pandemia”.