“Salve a tutti, i nostri pargoli stanno per tornare a scuola, ho tanti amici che stanno iscrivendo i loro bambini alla Scuola Americana, alla Scuola Francese. Scuole importanti ma che ho l’impressione possano un pochino snaturare i bambini che le frequentano, allora mi rivolgo a queste scuole: vorrei che introducessero, la Scuola Americana, la Scuola Francese, un’ora di dialetto, così che i nostri pargoli possano sapere il significato di ‘cap’e cazz’, ‘goldon’, ‘suca’, ‘fava brillata’, di tutto quel nostro patrimonio vernacolare che altrimenti, in certe scuole, potrebbe un pochino perdersi. Ecco questo è il mio desiderio per quest’anno scolastico che si sta per affacciare. Arrivederci a tutti.”
Così tra il serio ed il faceto, Leonardo Pieraccioni ha postato un video-appello sul suo profilo Facebook, che in poche ore ha ricevuto diverse migliaia di ‘like’.
Il noto regista-attore in fondo ha ragione, quella della salvaguardia del dialetto è un’antica guerra che va avanti da decenni. Ora a parte le frasi colorite, o le invettive locali, in realtà ciascun dialetto rappresenta una vera e propria ‘lingua’ che caratterizza le differenti culture italiane, e dunque sarebbe opportuno – seriamente – accanto allo studio della lingua ‘tecnica’, promuovere anche l’insegnamento di quella locale…
Max