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Pidocchi, torna l’incubo: infestati già 50mila scolaretti

Niente drammi: il trattamento è efficace e basta una sola applicazione dei prodotti specifici perché il bambino non sia più in grado di trasmettere il parassita, pertanto può rientrare a scuola e frequentare le lezioni dopo avere eseguito un unico trattamento. Naturalmente questo va ripetuto, una o più volte a distanza di giorni, in base alle indicazioni riportate dal prodotto, per essere sicuri di aver debellato l’infestazione”.
Eccolo, puntuale, l’incubo delle mamme italiane: il pidocchio. Tutto parte dall’insistente prurito che – specie alla sera – angustia i bimbi, la cute arrossata e, passando attentamente il famoso ‘pettinino’ sotto la luce, ecco apparire le micro uova o gli antipatici ‘animaletti’.
Un allarme che si rinnova di anno in anno, e probabilmente destinato a reiterarsi per chissà ancora quanti anni, per chi ha i figli che frequentano asili ed elementari. Ma attenzione, ‘è normale’ non c’è nulla di che preoccuparsi o, peggio, vergognarsi.
Come spiega Italo Farnetani, esperto pediatra milanese all’agenzia di stampa AdnKronos, “in questo momento in Italia colpiscono circa 50.000 alunni nella fascia di età fra 2 e 18 anni, da Nord a Sud“.

Se capita, deve ‘controllarsi’ tutta la famiglia

L’iter, collaudato, è quello di ‘sempre’: 2 mesi di scuola e sulle chat delle mamme scatta l’allarme: come comportarsi? “Uno dei modi più semplici – spiega l’esperto – è quello di usare un pettine fitto e di esaminare attentamente la base dei denti del pettine, dopo averlo usato per i capelli del bambino. Se in una famiglia viene identificato un ‘caso indice’, si deve controllare che tutti i componenti non siano portatori di pidocchi. E il fatto di aver trovato una lendine spesso è indice della presenza di animaletti adulti“. Purtroppo, c’è da aggiungere, che capita anche che nonostante i trattamenti, ritornino: “Può succedere, nonostante vengano sottoposti allo specifico trattamento. Ebbene, non si tratta di una vulnerabilità del singolo soggetto, ma solo del fatto che in classe ci sono bambini che non eseguono il trattamento antipediculosi, di conseguenza il parassita continua a circolare”.

Ok le elementari, ma capita anche alle superiori

Il pediatra milanese, che sulla questione è continuamente in contatto con altri 21 colleghi in altrettante città del paese, per monitorare la situazione, spiega che “Negli under 2 anni c’è una minor prevalenza di pediculosi, sia perché non tutti i bambini frequentano l’asilo nido, sia perché i contatti fra bimbi tanto piccoli sono meno ravvicinati e c’è una minor possibilità di manipolazione degli oggetti e di scambio degli indumenti. I bambini più colpiti hanno dai 3 agli 8 anni, il periodo che va dalla materna alla scuola elementare. – aggiunge ancora Farnetani – La pediculosi anche quest’anno è iniziata verso la metà di ottobre, cioè un mese dopo l’inizio della scuola ed è prevedibile un incremento ulteriore nelle prossime settimane”. Ma attenzione, “Casi sporadici si registrano anche alle superiori...”

“Tagliare i capelli non risolve il problema, anzi”

Sottolineando che, tanto per dare idea della diffusione del problema che “Alla fine dell’anno scolastico un milione e mezzo di alunni saranno stati colpiti“, il medico osserva che ormai nelle farmacie vi sono diversi rimedi e nella maggior parte dei casi ottimi. Dunque, come si usava una volta, il drastico colpo del tosatore elettrico è evitabile: “Un errore: i capelli non vanno tagliati – avverte ancora il pediatra milanese – Il pidocchio del capo è un parassita estremamente fragile e la presenza dei capelli è in realtà la prima barriera per evitare l’annidamento. Inoltre è bene ricordare che la pediculosi non è un segno di sporcizia o mancanza di igiene, ma solo di sfortuna: il bambino ha incontrato una persona che era stata infestata a sua volta dai pidocchi”.
Max

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Max Tamanti