Addio poesia. In moltissimi tra i romani, ricorderanno le bellissime e colorate domeniche con i genitori, trascorse nell’incantevole ‘vasca storica’ di Piazza Navona sotto le festività natalizie.
Sebbene il gelo facesse ‘fumare’ il respiro, noi bambini restavamo incantati davanti alle bancarelle ricolme di giocatoli di ogni genere. Incollati al cappotto delle nostre mamme (“Non allontanarti che poi ‘te perdi”), assistevamo incantati alla trasformazione della mela che, roteando, veniva immersa in una vasca di cioccolato bollente. E poi le zampogne, Babbo Natale ma, sopratutto, lei: la Befana. Era per lei un tempo che, allora, si partiva da ogni zona di Roma per ‘ispirare’ ai nostri il regalo che avremmo voluto trovare al mattino del 6 gennaio, sotto la cappa della cucina.
Poi si sa, il tempo, l’avvento della tecnologia, ed anche i gusti dei bambini sono cambiati. Come insegna ‘Toy Story’ (gran bel film), oggi il trenino, i soldatini, le bambole, sono stati sostituiti da schermi digitali che anziché essere alimentati dalla fantasia di chi gioca, all’opposto, sono loro a veicolarla, contribuendo ad una pigrizia ‘sentimentale’ che poi constatiamo ogni giorno, a contatto con le nuove generazione che, oltretutto, ‘alleviamo’ nelle nostre case.
Dunque Piazza Navona ed il suo malinconico e lento virare nel folklore della sbiadita giostra bianca di cavalli, spesso tarata a velocità vertiginose, per assicurarsi quante più corse (a caro prezzo) possibili. Poi con l’avvento della ‘politichetta’, quella becera, per nulla avulsa ai sentimenti o ai valori, Piazza Navona è divenuta soltanto un business. Ma era già troppo tardi: ormai ai commercianti non conveniva più, al netto degli incassi, pagare profumatamente un ‘posto’ che porta poco o niente.
Ed ora che bancarella fa rima con ‘cineseria’, o con qualche coraggioso tentativo di proposta artigianale o ‘fai da te’, onestamente – complice il traffico, il parcheggio e la disorganizzazione di una città allo sbando – la passeggiata a Piazza Navona (per giunta circondata da immondizia), fa soltanto male al cuore.
Oltretutto, come ha giustamente denunciato Sabrina Alfonsi, presidente del municipio I di Roma: “Purtroppo piazza Navona ad oggi è quasi deserta, sia in termini di cittadini sia in termini di bancarelle. Sembra che il motivo per cui tanti operatori si siano fatti indietro sono i costi del piano sicurezza a loro carico. Il Campidoglio è riuscito a prendersi la competenza sulla piazza e ad ammazzare la festa della Befana. A questa punto sarebbe stato meglio annullarla e liberare la piazza durante le feste, seguendo l’idea delle soprintendenze”.
Come dire, già ormai Piazza Navona non funziona più di suo, ed in più ‘infieriscono’ anche le becere arroganze di questi ‘politichetti’ orfani di ricordi e poesia, cresciuti a ‘pane e potere’ per compensare evidentemente dei Natali bambini trascorsi in grande solitudine…
Max