Una volta, per motivi legati ad una comunicazione comprensibilmente difficoltosa, possono verificarsi equivoci o fraintendimenti, ma poi si presume che gli ‘interessi’ di parte concorrano rapidamente a dissipare ogni difficoltà.
Così, appena 3 giorni fa, mentre Kiev annunciava che stava analizzando con grande interesse il piano di pace proposto dall’Italia sulla guerra in Ucraina, dal Cremlino invece il portavoce Dmitry Peskov rendeva noto di “non aver ancora visto il piano italiano”, aggiungendo anche: “Speriamo che ci venga consegnato attraverso canali diplomatici e familiarizzeremo con esso”. E’ vero anche che, pur non avendolo visto, sapendo del ‘parteggiamento’ del nostro paese per Zelensky, il vice presidente del Consiglio russo Medvedev, si sentiva per questo motivo di bocciarlo aprioristicamente perché, disse, “L’Occidente ha abbracciato il desiderio di creare ‘piani di pace’ che dovrebbero portare a una soluzione della crisi in Ucraina. E andrebbe bene se si trattasse di avanzare opzioni che almeno in qualche modo tengano conto della realtà. Ma questo è solo un puro flusso di coscienza”. E fin qui, salvo l’ufficialità da parte del Cremlino a leggerlo ,nel bene o nel male, in una situazione di guerra in corso, erano reazioni comprensibili.
Oggi però apprendiamo davvero con stupore che, nel frattempo (nonostante le sollecitazioni russe), di questo piano di pace italiano sull’Ucraina, a Mosca non se ne è vista traccia! Tanto che stavolta, a ragione, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov (nella foto), riferendosi a questa incresciosa situazione ha tuonato ”non è serio. Nessuno ci ha consegnato niente, possiamo solo essere guidati dalle speculazioni, dalle descrizioni di questa iniziativa che appaiono sui media”.
Dunque, parlandone poi nel corso di un’intervista con l’emittente ‘Rt arabic’, Lavrov ha affermato di doversi basare su quanto ‘riferitogli’ (dunque con il beneficio d’inventario), da altre persone e, facendo riferimento soltanto a queste ‘testimonianze orali’, il ministro ha affermato: “Per quanto ne so, dice che la Crimea e il Donbass dovrebbero far parte dell’Ucraina ricevendo ampia autonomia. Bene, politici seri che vogliono ottenere un risultato e non si impegnano in autopromozione davanti agli elettori non possono proporre queste cose”.
Poi, entrando nello specifico, il ministro degli Esteri russo ha anche parlato di Di Maio, che “è entrato nello spazio mediatico, facendo così attivamente pubblicità all’iniziativa in quattro punti: l’abbiamo solo letta, abbiamo letto che questa iniziativa può portare alla pace da tanto attesa“.
Dunque, osserva ancora il capo della diplomazia russa, stando a quanto riportato per di più dai media italiani, si tratterebbe di un’iniziativa in grado di soddisfare “non soltanto Russia ed Ucraina, ma anche in grado di creare un nuovo processo di Helsinki, e nuovi accordi sulla sicurezza, e che è già stata sostenuta dai Paesi del G7 e dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres”.
A questo punto, ha commentato Lavrov, “Non so se questo sia vero o no, ma questo provocherebbe rammarico per il livello di comprensione che gli autori di questa iniziativa hanno della situazione e per la loro conoscenza dell’argomento, per la storia di questa questione”.
Insomma, ‘qualcuno’, in rappresentanza della nostra diplomazia se la sente di far pervenire questo benedetto piano di pace a Mosca, o anche questo fa parte di una ‘terza propaganda’, quella Europea, volta a consolidare i propri interessi proprio in virtù di questa tragica guerra?
Max