Si dice in gergo che quando si tocca il fondo, purtroppo non si è davvero alla fine ma si incomincia a scavare di sotto. Ed è nellottica di una sorta di depauperamento sociale ed etico che potrebbe esser letta in questo senso la triste e per certi e diversi versi anche drammatica vicenda che è divampata come un incendio a Piacenza ma che in realtà ha proseliti e esempi piuttosto similari anche altrove, legata allennesimo, ultimo e penoso fenomeno social e web che ha chiamato a raccolta leve di giovani verso un nuovo esempio di violenza e di impoverimento comportamentale di massa.
Si tratta di risse, aggressioni vere e proprie che vengono organizzate a distanza, via social, sul web, per poi esser pianificate nel dettaglio e perpetrate concretamente in quella che adesso ormai comunemente viene chiamata vita reale, ma che sul social virtuale finisce per esser profondamente condizionata e viziata.
E successo a Piacenza, dove un nugolo di ragazzi ha iniziato a diffondere la nuova folle moda ormai diventata di grido tra i giovani, ovvero sia quella di organizzare vere e proprie risse a mero scopo puerile, se così si può dire.
Piacenza è il luogo in cui succede, ma in realtà la piazza è virtuale, vuota, fondamentalmente inesistente, come forse la coscienza e la maturità dei giovani che hanno deciso di usare i mezzi di comunicazione per diffonderla: la moda delle risse virtuali che diventano reali parte appunto sui social network, dove i giovani decidono luogo e ora, successivamente, dopo aver fissato l’appuntamento, scatenano la violenza con concrete risse programmate a tavolino. Anzi, a forza di click col mouse o, meglio ancora, di touch ed app. E’ il nuovo pericoloso fenomeno che sta spopolando tra gli adolescenti di Piacenza. Un modello comportamentale che ricorda quello del celebre film “fight club” e che negli ultimi fine settimana ha mostrato come i protagonisti siano peraltro davvero giovanissimi in città. Solo nell’ultimo dei fine settimana trascorsi infatti sono stati 63 quelli identificati dalla polizia, sei sono finiti in caserma dai carabinieri.
Un fenomeno sociale in crescita, al punto che il questore della città emiliana, Pietro Ostuni, ha spedito un appello ai ragazzi: “Non inseguite i falsi miti della violenza, state attenti perché rischiate grosso con la legge”. Le autorità preposte all’ordine hanno potuto ricostruire quella che è la dinamica degli incontri: un gruppo di circa dieci ragazzini organizza la rissa con decine di spettatori attraverso un appuntamento sui social nel quale si comunicano la location prescelta e l’orario. Trattando la rissa come uno spettacolo qualsiasi.
“La polizia postale sta scandagliando il web per risalire ai video, alle foto e ai profili che li hanno postati sui vari social. Tutto ciò che si fa in rete lascia traccia – sottolinea il questore piacentino -. Mi rivolgo anche a genitori e insegnanti: prestate attenzione ai nostri ragazzi, a cosa fanno e a cosa dicono, perché è fondamentale”.