Peculato e truffa. Queste le ipotesi di reato a cui dovrà rispondere un dirigente medico in servizio presso il Centro di Salute Mentale dell’Azienda USL di Piacenza finito ai domiciliari. Il provvedimento emesso dal Gip presso il Tribunale di Piacenza su richiesta della Procura è scaturito al termine di complessa attività di indagine condotta dai carabinieri del Nas di Parma.
Le indagini, tra intercettazioni telefoniche e video ambientali e acquisizione di atti presso gli uffici dell’Asl, ha permesso di documentareuna serie di azioni illecite. Secondo quanto appurato dagli inquirenti il medico durante l’orario di servizio, avrebbe ricevuto e visitato i pazienti privatamente riscuotendo il pagamento senza passare dai canali aziendali e senza comunicare niente ai competenti uffici.
Le attività svolte all’insaputa degli uffici dell’Asl, si sarebbero concretizzate, a cura del professionista pubblico, attraverso una costante e continuativa indebita gestione in autonomia delle prestazioni sanitarie di svariati pazienti; dalla prenotazione sino alla riscossione in contanti delle prestazioni.
Aggiornamento ore 12.40
Le indagini, avviate alla fine del 2023 e proseguite sino a maggio del 2024, hanno consentito di ipotizzare, a carico del dirigente medico dell’ASL di Piacenza, i reati di peculato e di truffa.
Secondo quanto appurato durante le attività investigative il medico si sarebbe appropriato delle somme di denaro che, almeno in parte, dovevano essere versate all’Azienda se fosse stato eseguito il percorso lecito, ossia quello previsto per le prestazioni in intramoenia.
Avrebbe preso inoltre alcune confezioni di medicinali dalla farmacia interna e poi consegnati ai pazienti visitati. Secondo l’accusa avrebbe inoltre tratto in inganno l’amministrazione sanitaria pubblica sullo svolgimento della propria attività lavorativa.
In quanto, nonostante percepisse una retribuzione aggiuntiva di esclusività di 13.857,61 euro l’anno per il tipo di rapporto lavorativo in esclusiva scelto, nell’orario di servizio invece avrebbe svolto visite private nello studio del Centro di Salute Mentale, senza effettuare alcuna comunicazione all’Azienda Sanitaria e ricevendo direttamente dai pazienti il pagamento delle visite.
Analoga condotta sarebbe stata messa in atto presso uno studio privato fuori provincia nonostante gli fosse stata revocata in precedenza la specifica autorizzazione.
Aggiornamento ore 16
Fondamentali nelle indagini le intercettazioni telefoniche e video ambientali, che hanno consentito di appurare tutte le fasi delle condotte del medico: i contatti telefonici diretti con i pazienti, l’esecuzione della prestazione sanitaria con accesso diretto presso lo studio del medico ed infine il passaggio di denaro in contanti che ci sarebbe stato tra i pazienti e il sanitario, senza il rilascio di alcuna attestazione della riscossione.
Aggiornamento ore 19.30