A Piacenza è stata sequestrata una caserma dei carabinieri e almeno sei militari sono finiti agli arresti, cinque in carcere e uno ai domiciliari. È il risultato di un’indagine senza precedenti nella storia, condotta dalla Procura di Piacenza, che ha portato all’emissione di alcune ordinanze di custodia cautelare. I militari sono accusati di spaccio di droga, estorsione, lesioni, arresti illegali e tortura. I dettagli saranno resi noti alle 12 di oggi in una conferenza stampa.
Le indagini sono coordinate dal procuratore della Repubblica Grazia Pradella e condotte dalla guardia di finanza, in collaborazione con la polizia locale, e riguarderebbe illeciti commessi a partire dal 2017. La caserma posta sotto sequestro è la Levante di via Caccialupo.
Aggiornamento ore 15
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse nei confronti di dodici soggetti: cinque appartenenti all’Arma dei carabinieri, cinque persone ai domiciliari, di cui uno dell’Arma. Si tratterebbe del comandante della stazione. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per tre militari appartenenti all’Arma e obbligo di dimora nella Provincia di Piacenza per il comandante della compagnia di Piacenza.
“Siamo di fronte a reati impressionanti se si pensa che sono stati commessi da militari dell’Arma dei Carabinieri”, ha detto il procuratore di Piacenza, Grazia Pradella, nel corso della conferenza stampa delle 12. “Si tratta di aspetti gravissimi e incomprensibili agli stessi inquirenti che hanno indagato. Una serie di atteggiamenti criminali che ci ha convinto a procedere anche al sequestro della caserma dei carabinieri per futuri accertamenti”.
“Per noi è come un colpo al cuore”, è il commento sulla vicenda del comandante provinciale di Piacenza, Massimo Salvo. “Da parte nostra – prosegue Salvo – c’è totale disponibilità a collaborare per fare piena luce sui fatti. Penso all’amarezza dei tanti miei uomini dediti con onestà e generosità al loro lavoro”.
“Si tratta di accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili”. Così, in una nota, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “Da subito sia l’Arma dei Carabinieri che il ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinché si faccia completa luce sulla vicenda. Il Comandante Generale Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto. Sono fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, che invece è composta da 110.000 uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle Istituzioni al fianco dei cittadini. Sono loro il volto della legalità, a ciascuno di loro oggi esprimo la più profonda riconoscenza e vicinanza”.
Mario Bonito